Chapter 1: Solo Tracce
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Aveva la testa appoggiata su un libro, la mano destra su un altro, quando un raggio di sole lo svegliò. Aprì gli occhi e non vide il manuale per diventare detective che stava studiando, ma un libro antico con disegnati dei mostri mitologici. Poi, alzò lo sguardo e, invece del computer, c’erano una serie di boccette, un calamaio e lo scrittoio, non era appoggiato alla parete, ma era in mezzo ad una stanza arredata in modo ricercato, con mobili antichi e c’era una porta aperta di fronte a lui. Porta da cui si intravedeva una scala a chiocciola in ferro battuto. Chiuse e riaprì gli occhi e si ritrovò nella sua camera, con la sua scrivania appoggiata alla solita parete bianca.
Come se non bastassero queste visioni al risveglio, anche quella notte aveva fatto il medesimo sogno che faceva quasi ogni volta che dormiva.
Si svegliava in un appartamento appoggiato ad una scrivania, un po' come gli era successo oggi.
L’appartamento non lo riconosceva, ma lo percepiva come fosse casa, poi si ritrovava in un corridoio e un vampiro che gli camminava accanto gli diceva che aveva baciato sua sorella, la quale aveva preso fuoco. La cosa avrebbe dovuto spaventarlo a morte, ma nei sogni a volte le cose vengono percepite diversamente e non era affatto preoccupato. Poi andava all’inferno e dopo, una battaglia con … una super demone, riportava l’uomo che amava a casa. Infine, si svegliava in un letto dorato da solo, ma era felice, perché sapeva che il suo fidanzato era nell’appartamento. Si alzava e si metteva i pantaloni e la maglietta, che erano appoggiati sulla sedia, e andava da lui e decidevano di sposarsi. Poi vedeva di fronte a sé il suo futuro marito nella cerimonia che li avrebbe sposati.
Quando si svegliava provava a fissare nella sua mente i luoghi e i volti, ma era tutto sfocato, gli rimanevano solo le sensazioni, specialmente la nostalgia.
Sapeva che tutto questo non era normale e di tutte queste stranezze, quella che lo inquietava di più era quando vedeva cose che sapeva non essere reali, proprio come era appena successo, per quella ragione aveva spostato lo specchio, dalla parete al lato del letto a cui era appeso a dentro lo sportello dell'armadio. Più di una volta aveva visto il riflesso di sé stesso con dei tatuaggi, in particolare uno a forma di sette sul collo. Razionalmente pensava solo che fossero residui di sogni, ma forse erano altro, o semplicemente stava impazzendo.
In quel momento qualcuno bussò alla sua porta e una voce femminile disse:
"Alec, sei sveglio? La colazione è pronta e il tuo turno inizia fra mezz'ora."
Alec si alzò stiracchiandosi e si rese conto che, oltre ad essersi addormentato alla scrivania, era ancora vestito.
Dopo essersi sistemato si diresse in cucina e disse:
"Grazie J…" ma fu interrotto dalla donna di mezz'età che, in piedi accanto la tavolino, gli rispose:
"Hai visto che c'è la nostra vicina Margareth, ci ha portato dei biscotti," indicando una signora seduta davanti ad un caffè.
"Buongiorno Signora Cross,” salutò Alec mentre si avvicinava a quella in piedi a cui dette un bacio sulla guancia e le disse "Grazie mamma di avermi svegliato, prendo solo un caffè e un biscotto della signora Cross."
"Jade tuo figlio è davvero affettuoso, il mio normalmente mi risponde a grugniti."
"Sarà perché il nostro Alec è stato per anni lontano a girovagare e lavorare in Europa e gli siamo mancati."
"Comunque vostro figlio ha un nome bellissimo Alexios, perché usare un diminutivo?"
"Alec preferisce così."
* * *
Era arrivato al distretto appena in tempo per iniziare il suo turno, entrato nel suo ufficio, si sedette alla sua scrivania e il suo collega Trevor Ball, che era già lì, gli chiese:
"Ciao Alec come va lo studio per diventare detective?"
"Ieri sera mi sono addormentato alla scrivania."
"Ce la farai, ti sei diplomato a tempo record, sei davvero un bravo poliziotto."
"Grazie."
Alec si ricordò il primo giorno che era entrato nel distretto appena diplomato all'accademia. Aveva avuto la sensazione di entrare in un set di un film poliziesco come se fosse un luogo irreale e poi l'arma nella fodera caricata che continuava a dargli quel senso di estraneità. Il commissario di allora gli aveva presentato il suo attuale suo collega, un uomo di colore, massiccio, all'apparenza burbero, ma che poi si era dimostrato professionale e gentile.
Si misero a finire il rapporto che avevano lasciato a metà il giorno prima, Alec scriveva al computer, mentre Trevor in piedi dietro di lui gli dava dei suggerimenti, appena consegnato, si diressero al parcheggio per prendere la volante ad andare di pattuglia, appena arrivati vicini alla loro auto Trevor gli disse mentre gli mostrava le chiavi:
"Hey Signor “nonmivadiguidare” oggi che si fa? Fai guidare ancora il tuo anziano compagno?"
"Se non ce la fai ci mancherebbe guido io!" gli rispose Alec sorridendo.
"Certo che ce la faccio, andiamo a rendere questa città un posto più sicuro!"
* * *
Il sole stava tramontando quando aveva parcheggiato l'auto nel vialetto di casa, fortunatamente al lavoro era stata una giornata tranquilla ed era uscito in orario e specialmente stasera ci teneva ad arrivare puntuale.
Viveva in una villetta nei sobborghi di Denver, un piccolo terratetto. Alec aprì la porta d'ingresso che dava direttamente nel salotto dove c'era Jade, che salutò. La casa era arredata in modo semplice con mobili economici, ma tenuti con cura, era inoltre composta da un cucinotto, due camere da letto, un bagno, un garage ed infine c'era un piccolo giardino davanti alla casa.
Si diresse verso la zona notte ed aprì la porta che portava nel disimpegno dove incrociò Theodore, marito di Jade, che come lui era appena rientrato dal lavoro. Faceva consegne per la città per un magazzino che vendeva articoli per l'edilizia e per il fai da te.
Entrato nella sua camera mise, dopo aver tolto i proiettili, la pistola nella cassaforte si tolse la divisa vestendosi con jeans e una maglia nera per poi tornare in cucina e rivolgendosi a Jade, disse:
"Scusa per stamattina, non avevo fatto caso che era presente la vicina impicciona, fra un po’ ci facevo scoprire."
"Qualcosa ci saremmo inventati, magari che mi chiami per nome quando sei arrabbiato con me."
"Non potrei mai essere arrabbiato con nessuno di voi due. Mi avete preso in casa vostra senza sapere chi fossi. Non che oggi vi possa dire chi sono, per quel che ne so potrei essere il figlio di un mafioso."
"Tu figlio di un mafioso? Ma se non avevi la minima idea di come si usa un'arma!" intervenne Theodore che era appena entrato in cucina.
"Ma so usare l'arco."
"Alec al tempo dei romani poteva essere considerata un'arma, adesso viene usata solo nelle competizioni sportive."
Alec si mise a sorridere, era stato dannatamente fortunato la sera di cinque anni prima.
Quando aveva aperto gli occhi si era trovato sdraiato su un prato. Pioveva ed aveva freddo, non si ricordava chi fosse, si era alzato e si era reso conto che oltre ad essere indolenzito aveva la pelle sensibile in alcune parti del suo busto, delle braccia e anche sul lato sinistro del suo collo. Vide in lontananza una strada illuminata e ci si diresse. Arrivato camminò lungo la strada, ogni tanto delle macchine passavano, ma nessuno si fermava. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma adesso aveva fame e gli dolevano le gambe. Vide una fermata dell'autobus con una pensilina e ci si sedette.
Dopo un po’ un furgone gli si avvicinò e l'uomo alla guida abbassò il finestrino e gli disse:
"A quest'ora non passa più l'autobus, vuoi un passaggio?"
Alec si alzò e quando vide che aveva aperto lo sportello salì.
"Sembra che tu abbia avuto una pessima giornata, comunque, io sono Theodore Harris e tu?"
"Non lo so."
* * *
Era appena uscita dalla riunione settimanale che li aggiornava sulla situazione demoniaca e sui rapporti con i Nascosti ed era davvero stanca e sfinita. Nell'ultima settimana c'erano state una serie di scontri fra Licantropi e Vampiri e, come se non fosse abbastanza, anche fra Nascosti e Shadowhunters. Era stata impegnata giorno dopo giorno senza sosta e, nonostante condividesse la camera con Jace, aveva passato ben poco tempo con il suo fidanzato, se si escludeva il tempo in cui gli dormiva accanto. Ma tutto questo non poteva giustificare l'essersi dimenticata che giorno era oggi.
Se ne era resa conto proprio in quel momento, quando aveva tirato fuori il telefonino per una notifica e lo sguardo, invece di soffermarsi sull'ora, era andato sul giorno, proprio mentre lei e la sua partner lavorativa Lindsay stavano andando al centro operativo a scrivere un rapporto. Quindi si voltò e le disse:
“Scusami devo andare da Jace.”
"Ma dobbiamo fare quel rapporto…"
"Lo facciamo domani," le rispose Clary mentre si allontanava velocemente per andare nella camera che condivideva con Jace. La stanza era vuota, lui non c’era. Era preoccupata, non era stato più lo stesso negli ultimi cinque anni. Aveva preso un giacchetto per sé stessa e uno per Jace. Passò dal centro operativo dove trovò James Aldertree, il capo dell’istituto e fratello minore di Victor, che appena la vide le disse:
"Mi devi ancora inviare il rapporto sull'ultimo scontro con i Lupi Mannari, anche se tu consideri Luke come un padre, non ti è concesso essere indulgente…"
"Non sono indulgente, sono stata fuori con Lindsay per indagare sull'omicidio di Isaac Bradford e sono appena uscita da una riunione."
"Allora, dato che adesso sei qui voglio il rapporto sulla mia scrivania fra cinque minuti."
"Il rapporto lo avrà domani, adesso devo trovare Jace."
"Perché è scomparso? Se ha fatto un altro dei suoi colpi di testa lo… "
"Non cambierà mai, lo sa che giorno è oggi?" gli rispose Clary furiosa e lo superò uscendo dall'Istituto, mentre la sua mente ritorno alla mattina di cinque anni prima.
Si era svegliata con Jace che urlava e che si teneva la runa parabatai, tolte le mani la videro svanire lentamente. Sapevano entrambi che cosa significasse. Jace si era alzato furioso, come non lo aveva mai visto, si era vestito in pochi momenti ed era uscito mentre lei gli urlava di aspettarla mentre si preparava. Sapeva dove stava andando, verso la casa di Magnus.
Quando lo aveva raggiunto, a pochi isolati dalla casa di Magnus, lo aveva trovato abbracciato al corpo di Alec che diceva "Non puoi lasciarmi, non può essere vero."
Gli era crollato il mondo addosso, Alec, a parte nei primi mesi, era stato un amico fedele, capivano entrambi che cosa volesse dire amare in modo totalizzante, aveva tanti ricordi con lui, ma il più speciale era quello di quando gli aveva confessato che aveva salvato Jace, dopo che Valentine lo aveva ucciso. Quando l'aveva abbracciata si era sentita capita, perché Alec le aveva detto che avrebbe fatto la medesima cosa per Magnus. Ma adesso era lei che doveva farsi forza, sapeva che era l'unica che avrebbe potuto fare quello che andava fatto. Chiamò la console, Alec era il capo d'Istituto e la procedura prevedeva che fosse lei a prima ad essere avvisata. Jia Penhallow, come da protocollo, inviò una squadra specializzata per le indagini.
Alec aveva un colpo al volto che era parzialmente bruciato e anche le mani erano carbonizzate. Scoprirono, dopo, che il colpo era stato lanciato da uno stregone piuttosto potente o forse da un demone superiore. L'autopsia e le analisi non avevano rivelato niente di definitivo sull’identità del responsabile, avevano solo stabilito che era stata usata una notevole dose di magia. Per non rimandare il funerale ulteriormente, dopo alcuni giorni, erano stati prelevati dei frammenti di pelle e capelli in parte da conservare e in parte a inviare agli stregoni per provare a capire con il loro aiuto chi potesse essere stato.
Jace, il giorno del funerale di Alec non aveva voluto alzarsi dal letto, nonostante tutti i suoi sforzi. Lo sapeva che per lui era come se non presentandosi potesse ignorare la realtà. Solo Maryse, arrivata nella camera, era riuscita a far alzare Jace dicendogli:
"Alzati! Vorresti davvero lasciarlo andare senza dirgli addio! Non credi che Alec se lo meriti! Lo so che per te è difficile e forse solo io come madre posso intuire cosa provi, Jace devi dirgli addio, lo sai che adesso è in pace, al sicuro ma devi salutarlo."
Alla fine, si era vestito ed era andato nella sala della cerimonia, Jace sembrava distaccato, distante come se non provasse niente, Alec era sotto quel telo, Maryse era accanto all’ex marito Robert e si sostenevano l'un altro, mentre Izzy era vicino a Simon, ma non poteva toccarlo per via del problema con il fuoco celeste, che era sorto dopo essere stata colpita dalle schegge della gloriosa.
Maryse e Robert si misero ad un lato di Alec, Izzy e Jace dall'altro. Clary si avvicinò a Simon e gli prese la mano.
Maryse attese un attimo per dire il nome di suo figlio, pensando che spettasse a Jace, ma quando egli rimase in silenzio lo disse lei:
"Alexander Gideon Lightwood" e tutti insieme al Fratello Geremia, che officiava la cerimonia, dissero:
"Ave atque vale. Salute e addio."
Lo avevano seppellito nel cimitero dell'istituto in una bellissima giornata soleggiata.
Izzy aveva portato una rosa rossa sicura che Magnus avrebbe approvato. Piano piano, uno dopo l'altro, erano andati. Erano rimasti solo Jace e Clary. Lei lo aspettava da un lato lasciandogli il tempo di dirgli addio. Ma Jace si era girato e gli aveva detto:
"Lasciami solo."
"Ma… " le aveva risposto Clary e Jace glielo aveva ripetuto furiosamente stavolta:
"Lasciami solo."
Lo aveva trovato la mattina dopo sdraiato ed infreddolito sopra la sua tomba, avevano dovuto portarlo via con la forza ed era rimasto ricoverato per un mese alla Città D'Ossa.
E adesso era esattamente dove si aspettava. Seduto accanto la tomba di Alec. Clary si avvicinò mettendogli la giacca sulle spalle per poi abbracciarlo da dietro.
"Non riesco a darmi pace, lo sapevo che era stava male per il fatto che Magnus era a Edom praticamente senza la possibilità di riportarlo a casa. Se lo avessi raggiunto la mattina dopo, come avevo pensato di fare, adesso sarebbe vivo. Non riesco a smettere di pensare all'ultima volta che l'ho visto stava uscendo dall'Istituto, si voltò a guardandomi con un sorriso triste e mi disse 'Vado a casa di Magnus, torno più tardi.'
Chapter 2: Come un mondano
Summary:
Scopriamo che Alec ha vissuto come mondano, accolto da Jade e Teo. Si è adattato alla sua nuova realtà, ma sente sempre una mancanza e una nostalgia per qualcosa che non riesce a ricordare.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
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La sua seconda vita, come la chiamava, era iniziata il 4 maggio 2019.
Si ricordava che era arrivato tutto fradicio in quella che adesso era la sua casa, l'unica che ricordava. Jade che appena lo aveva visto entrare tutto infreddolito aveva preso un plaid che era sul divano e lo aveva coperto.
Avevano appena finito di cenare ed erano ancora seduti al tavolino, quando Alec allungò la mano sul tavolo. Teo e Jace la coprirono con le loro e disse:
"Lo so che lo dico ogni anno, ma davvero senza di voi probabilmente sarei sotto un ponte a mendicare o peggio. Grazie di avermi accolto e protetto cinque anni fa."
“È stato un piacere Alec," disse Jade.
"Mi ricordo come reagisti quando ti proposi di andare alla polizia," osservò Teo.
"Ero nel panico più totale," rispose Alec sorridendo al ricordo.
"Già! E poi per portarti fare una visita, ci volle del bello e del buono per convincerti" aggiunse Jade.
"Per farsi dire l'ovvio che eri sano come un pesce!" replicò Teo.
"Non ci siamo mai spiegati quei valori sanguigni, il dottore lo dismise come un errore del software perché avrebbe dovuto essere un alieno per averli così."
"Le ripetemmo andando a quella clinica a Fort Collins per non rifarle nella medesima struttura qui a Denver," continuò Jade.
"Ed erano esattamente assurdi come gli altri e anche oggi non abbiamo la più pallida idea del perché, a volte penso che forse sono… un esperimento dall'area 51? Per non parlare di quel biglietto che avevo in tasca, che capimmo che avevo scritto io."
"Già, il senso di scrivere 'Devo salvare Magnus Bane mi chiamo Alexander L…"
"Come se sapessi che mi avrebbero cancellato la memoria, forse vengo dal futuro?"
"Non lo so, ma non ha importanza ti vogliamo bene Alec e sono felice di essermi fermato quella sera di cinque anni fa."
"E non solo mi avete aiutato a rimettermi in piedi, che sarebbe già abbastanza. Mi avete dato un'identità e con quella dei documenti legali che mi hanno fatto diventare quello che sono adesso, mi avete dato una vita."
Era successo alcuni mesi dopo il suo arrivo, alcuni vicini cominciavano a chiedersi chi fosse e, una sera dopo cena quando si stava alzando a riordinare, Teo gli disse:
"Sistemiamo dopo, volevamo dirti qualcosa." Alec capì che l'argomento era serio e si risedette, Jade continuò:
"Alec lo sai che siamo molto religiosi."
Alec pensò, mentre Jade continuava, che avevano scoperto che era gay e che lo stavano cacciando.
"E quando tu arrivasti pensammo che fosti un segno degli angeli, da quando sei qui hai dimostrato la tua bontà, generosità, ma non solo, hai lenito un vuoto, un dolore."
Continuò Teo mentre poggiava la mano sopra a quella di sua moglie:
"Spero che tu ci perdoni per non avertelo detto prima e … che tu capisca, che tu ci capisca."
"Il 28 Maggio 1988 nacque il nostro primogenito si chiamava Alexios."
Ad Alec non era sfuggita né la somiglianza con il suo nome e neppure il tempo verbale che aveva usato.
"Il nostro Alexios non compì i due anni, ce l'ho portò via una malattia genetica pochi giorni prima del suo compleanno. È per questo che non abbiamo mai potuto avere altri figli, perché avrebbero seguito il fato di Alexios e l'adozione è sempre stata fuori questione, ci sarebbero serviti troppi soldi e non ce lo siamo mai potuto permettere."
"Quando ti trovai, capii subito che avevi più o meno la sua età e quel biglietto con il tuo nome scritto che somigliava tanto al suo. Alec lo sappiamo che non sei lui. So solo che, per come la vediamo io e Jade, tu sei stato mandato qui per lenire quel dolore che tutt’oggi proviamo per la perdita di nostro figlio. Abbiamo sempre pensato che fossi un regalo, un regalo degli angeli."
Alec era commosso mentre li ascoltava.
"Onestamente non volevamo dirtelo, non volevamo darti questo … peso, non volevamo che tu pensassi che …"
"Capisco… non so cosa dire, mi dispiace per tutto quello che avete passato, non posso neppure immaginare quanto avete dovuto soffrire, ma perché adesso?"
"Perché Alec con il certificato di nascita del nostro Alexios potremmo farti avere tutti i documenti di cui hai bisogno e potresti andare all'accademia della polizia come vorresti."
E così fu proprio così che Alec divenne legalmente un mondano e che si iscrisse all'accademia di polizia, diventando il poliziotto che era adesso.
* * *
Izzy era stanca di nascondersi, di dover sgattaiolare per vedere Simon. Stasera aveva dovuto attendere che l'unico Shadowhunter in servizio al centro operativo si voltasse per passare e uscire.
Aveva capito che Simon era il suo lui quando aveva rischiato di perderlo con l'esplosione della gloriosa, poi il loro primo bacio, oltremodo focoso, dato che aveva scoperto, prendendo letteralmente fuoco, che si era infettata con il fuoco celeste, proprio a causa dell'esplosione della spada.
Questo gli aveva reso impossibile anche solo toccare qualsiasi nascosto ed era certamente un problema essendo una Shadowhunter ma, la cosa che le era pesata di più era il non poter cercare il conforto di Simon, specialmente al funerale di Alec.
Dopo era stata ricoverata per mesi alla Città d'Ossa per provare a eliminare il fuoco celeste senza praticamente nessun risultato. La soluzione era poi arrivata da un'intuizione di Clary. Aveva avuto la visione di una runa che avrebbe unito un nascosto ed uno Shadowhunter ed applicandola a Izzy e a un Seelie avrebbe potuto eliminare il fuoco celeste dal suo corpo. La logica era che Izzy diventando parzialmente Seelie avrebbe espulso i residui del fuoco celeste, perché incompatibile con il loro lato demoniaco.
Avevano dovuto aspettare settimane per capire come procede e, anche l’aiuto di Helen Blackthorn era stato fondamentale, perché avendo collaborato con Aldertree era lei che aveva fatto diagnosi e conosceva alcuni aspetti tecnici.
Sapevano che era rischioso, ma sapevano che altrimenti avrebbe dovuto vivere per sempre isolata alla Città d'Ossa e che quella non sarebbe stata vita.
Lo avevano fatto nella sezione delle celle dell'Istituto di New York, la zona più protetta. Era insieme a Meliorn, che aveva accettato di aiutarla. Fuori c'erano Simon, Jace e Clary.
Aveva disegnato la runa dell'alleanza prima su di sé e poi a Meliorn, un dolore la travolse immediatamente perché il fuoco celeste si stava autodistruggendo.
Izzy cercò conforto guardando le persone che erano oltre il vetro e si rese conto proprio in quel momento, che Alec non c'era più, non che non ne fosse consapevole, dato che era stata al suo funerale, ma era stata così tanto tempo lontana da aver accantonato questa verità. Aveva realizzato che in quel momento Alec sarebbe stato lì, al suo fianco che poi l'avrebbe abbracciata; invece, non c’era e non ci sarebbe più stato. Lo strazio di averlo perso sovrastò il dolore fisico e cadde a terra svenuta.
Poi era rimasta una settimana sotto osservazione nell'infermeria dell'Istituto prima di essere dichiarata guarita.
Ma proprio quando era pronta a riprendere la sua vita, era stata istituita la legge che vietava le relazioni fra Shadowhunter e Nascosti. Era stato un processo in più fasi, era iniziato con la destituzione di Jia Penhallow, per essere sostituita dal conservatore Leonard Goldblossom. Prima avevano posto delle restrizioni all'ingresso dei Nascosti negli istituti, poi erano stati nominati capi d'istituto conservatori, che con il tempo avevano esacerbato le relazioni con i Nascosti per poi vietare relazioni fra loro e gli Shadowhunters. La firma definitiva alla legge era arrivata pochi giorni dopo la sua guarigione.
Era appena arrivata all'appartamento di Simon, non fece in tempo a bussare che si ritrovò fra le sue braccia.
Le dette un bacio dolce sulle labbra, Simon non aveva bisogno di chiederle niente, sapeva come stava. Oggi era il giorno in cui aveva perso suo fratello e lui un amico. La mancanza di Alec, insieme a Magnus, che era a Edom, era palpabile sempre ma in particolare oggi.
Era come se dalla sua morte tutto fosse andato a rotoli. Lei e Simon avevano solo questi momenti rubati, senza la possibilità di poter costruire una vera relazione.
Non si sarebbero arresi mai a tutto questo, ma erano stanchi di tutto.
* * *
Alec era a casa nel suo giorno di riposo e stava riflettendo sul fatto che si sentisse diverso dagli altri e non era per il fatto che fosse gay, era qualcosa di diverso, qualcosa di insito in sé. Tutti i suoi coetanei uscivano praticamente ogni sera, lui invece andava fuori solo la sera prima del suo giorno di riposo e al bar che il suo distretto frequentava.
Inoltre, c’erano le considerazioni di tanti che gli dicevano che sembrava una persona nata in un’altra epoca. Per non dire dell’osservazione dell’agente speciale del FBI a cui non riusciva a smettere di pensare. Si alzò, sarebbe andato a correre, andò nella sua camera scegliendo dall'armadio la tuta da indossare, quando Jade, che doveva essere già uscita per andare a fare delle commissioni con Teo, era rientrata in casa dicendo:
"Alec possiamo prendere la tua macchina, la nostra non parte."
"Certamente le chiavi sono qui in camera mia nel cassetto del comodino."
Appena arrivata, entrata nella camera Alec le disse:
"Prendile pure."
Appena detto si rese conto che c'era altro nel suo comodino e si voltò ma Jade lo aveva già aperto e aveva visto il lubrificante ed il dildo.
Si voltò sorpresa, comprendendo che cosa significasse, Alec la guardò imbarazzato e gli disse:
"Datemi un paio di giorni lascerò la vostra casa…"
"Alexander perché dovresti andartene?"
"Perché non mi vorrete più qui, sono gay…"
"Oh Alec," gli disse avvicinandosi a lui e prendendo il suo volto fra le sue mani continuò "sì, io e Teo siamo cattolici, ma non è che qualsiasi cosa pensi il papa automaticamente la pensiamo anche noi Alec, l'amore è amore non può essere mai un peccato."
Alec a quelle parole si lasciò abbracciare e consolare, sapere che lo amavano comunque, che per loro non cambiava niente non era solo un sollievo, comprese il significato di sentirsi accettato dalle uniche persone che contavano per lui.
Teo era rientrato e affacciatosi alla porta aveva visto il cassetto aperto e il contenuto e sua moglie che abbracciava Alec.
Le commissioni potevano aspettare, andarono in cucina, Jade fece un tè e poi si sedettero e Teo iniziò:
"Alec mi dispiace che tu abbia potuto pensare che non avremmo capito, ma adesso siamo qui, puoi dirci qualsiasi cosa."
"Mi dispiace è che… siete stati così … non volevo deludervi, all'inizio ero troppo sconvolto e poi non vi conoscevo, poi mi sono affezionato e dipendevo da voi e avevo paura di perdere le uniche persone che…"
"Non devi scusarti, puoi anche presentarci il tuo ragazzo se lo hai," disse Jade.
"No, no non ho nessuno."
"Ma perché no? Hai paura che al distretto li scoprano e…" continuò.
"No, non è quello, anche se, come non l'ho detto a voi, non l'ho detto neppure al distretto."
"Sei un bellissimo uomo, sono certo che se volessi uscire con qualcuno…"
"Ci ho provato, sono anche andato in qualche locale gay un paio di volte ma…" e abbassò lo sguardo a disagio.
"Si tratta… forse hai paura… sei forse … inesperto?"
"No, non dovrei saperlo dato che non ricordo, ma so di non essere inesperto, poi c'è una cosa che mi ha detto John, l'agente speciale del Fbi, che è venuto per la scomparsa di quel ragazzino."
"Brutta storia," osservo Jade.
"Già sembrava solo una semplice fuga da casa invece… ci sono genitori che proprio i figli non li meritano," aggiunse Alec.
"Come sta?" Chiese Teo.
"Meglio, sono andato a trovarlo alcuni giorni fa è in un centro specializzato, gli educatori mi hanno detto che dovrà affrontare quello che ha passato e che non sarà facile, ma sta facendo dei progressi."
"Bene ed è solo merito tuo se il ragazzo è al sicuro, sei il primo che lo ha ascoltato e non dismesso le sue accuse a parole di un ragazzino viziato. Ma ci stavi raccontando di qualcosa, cosa ti ha detto l'agente dell'FBI."
"Già! John è gay ed era chiaro che gli piacessi, nessuno dei due ha fatto niente finché non abbiamo chiuso il caso, ma ieri, prima della sua partenza, eravamo insieme al bar di fronte al distretto, mi ha chiesto se fossi interessato a scambiarci i numeri di telefono, non ho avuto neppure il tempo di rispondergli che ha aggiunto che si scusava di avermelo chiesto dato che, era chiaro che fossi un uomo innamorato e che stavo cercando il modo di respingerlo senza offenderlo."
"Ma come ha fatto…"
"A dire una cosa del genere? John è anche uno psicologo specializzato in comportamenti umani, capisce le intenzioni delle persone da come si atteggiano. Mi chiedo se è vero, se il fatto che non ho cercato nessuno è perché so di essere impegnato con qualcuno che amo e che il sentimento è talmente radicato in me da atteggiarmi in modo che un occhio attento lo noti? E che forse è proprio quel Magnus Bane che ho scritto di dover salvare in quel biglietto?"
Notes:
Qui abbiamo più dettagli sulla vita di Alec, ma anche che cosa è successo nel frattempo nel mondo nascosto.
Chapter 3: Qualcuno
Summary:
Alec quando soddisfa le sue esigenze sessuali, si rende conto che c'è qualcuno di speciale nei suoi sogni e nei suoi desideri. Inizia a percepire la presenza di Magnus, anche se non riesce a ricordare chi sia.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
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Quel dildo con il lubrificante, che adesso non spostava più nel secondo cassetto chiudendolo a chiave, erano arrivati, perché Alec come qualsiasi persona della sua età aveva delle esigenze.
Prima di ordinarli on line, aveva provato in un modo più tradizionale andando in un locale gay.
Una sera, circa un anno dopo che era arrivato, era andato a fino a Boulder in un locale, si era seduto ed aveva ordinato una birra. Il posto era un semplice locale notturno una parte bar e una parte pista da ballo, c'erano coppie che parlavano, alcuni in un angolo più nascosto pomiciavano. Mentre era seduto al bancone diverse persone lo avevano avvicinato, ma solo quando un bel ragazzo orientale gli aveva chiesto di ballare aveva accettato. Era simpatico, gentile e decisamente grazioso, ma quando avevano iniziato a baciarsi in mezzo alla pista aveva avuto l'impressione che fosse tutto sbagliato e con una scusa si era allontanato.
Il disagio che aveva provato lo aveva fatto desistere dagli altri tentativi e adesso le sue esigenze le soddisfaceva nel suo letto da solo.
Ma adesso non era più solo una necessità fisica. Perché mentre si dava piacere, mordendosi il labbro per non gemere, poteva percepire qualcosa, qualcuno. Quando il piacere prendeva il sopravvento sulla realtà, gli sembrava fosse davvero lì, un corpo magro ed atletico sopra di lui, che si spingeva in lui, come se fosse davvero dentro il suo corpo e quegli occhi dal taglio orientale a volte marroni a volte dorati con le pupille come se fossero di un gatto.
E quelle parole che sussurrava senza volerlo nel momento del culmine, Ti amo. Come se fosse lì.
Poi quel vuoto quando si rendeva conto di essere solo.
* * *
Si era tenuto quel segreto per così tanto tempo che, essersene liberato, lo faceva sentire leggero, entrò in casa con quello stato d’animo quella sera dopo il turno al distretto e trovò Jade e Teo seduti al tavolino con una cartellina che non vedeva da molto tempo.
Era la cartellina dove avevano segnato tutto quello che sapevano del suo passato. L'avevano creata pochi mesi dopo il suo arrivo e all'inizio la prendevano ogni settimana per aggiornarla, poi quando non ci fu più molto da aggiungere le settimane passavano e la cartellina era rimasta nel cassetto.
"Posso aiutarvi aggiungere alcune cosa che non vi avevo riferito perché legate al fatto che sono gay?" disse sedendosi accanto a loro.
Teo gli rispose:
"Raccontaci, che come sempre Jade aggiorna."
"Pensavo al biglietto che avevo addosso e che non siamo mai riusciti a spiegarci logicamente il contenuto."
"Quello in cui abbiamo capito era scritto da te e dove dicevi di voler salvare un certo Magnus e aggiungesti il fatto che ti chiamassi Alexander L." disse Jade.
"Già! Che senso ha scrivere 'mi chiamo Alexander', la memoria si perde per una malattia progressiva o per un trauma che non è prevedibile e, legato a quest’ultimo, c'è una prima cosa che so essere vera. So che da dove provengo, qualcuno ha il potere di farlo. Ditemi che non vi sembro pazzo."
"Alec non lo sei e non solo perché ti conosciamo, ma anche perché quel biglietto lo abbiamo visto, " disse Teo.
Poi Alec si alzò dicendo:
"Torno subito," andò in camera e tornò con dei fogli e glieli mostrò spiegando:
"Spesso sogno queste immagini, le vedo disegnate sulla pelle. Credo che le avessi su di me. Vi ricordate quando arrivai, avevo delle zone sensibili e rosse, come se qualcuno ci avesse fatto qualcosa, forse le avevano cancellate?"
Nel foglio c'erano disegnate le rune e nel centro più grande delle altre c'era quella Angelica.
"Tatuaggi?" disse Teo.
"Puoi anche chiamarli così, ma credo avessero un altro nome."
"Poi c'è il la faccenda delle tue analisi del sangue," osservò Jade.
"Già!" disse Teo.
"Poi c'è un’ultima cosa… é un po’ imbarazzante, comunque, quando sono solo nella mia stanza che …. insomma, avete capito."
Teo a Jade gli lanciarono uno sguardo divertito d'intesa, avevano capito esattamente a che cosa si riferisse.
"Quando … perdo il contatto con la realtà, mi sembra di poter sentire la presenza di qualcuno, le sue mani, le sue labbra e… tutto il resto."
"Credi che possa essere quel Magnus del biglietto?" aggiunse Jade.
"Ne sono certo e vedo i suoi occhi, hanno il taglio orientale e a volte li vedo normali, marroni a volte li vedo come se avesse le pupille di un gatto."
"Potresti ricordare, che ne so, una serata di Halloween in cui aveva delle lenti a contatto?" Osservò Teo.
"Potrei dirti di sì e sarebbe la risposta logica, razionale, ma so intimamente che no, quelle non erano lenti a contatto, erano i suoi occhi. Mi credete?"
"Si, Alec ti crediamo e ti aiuteremo a scoprire la verità."
* * *
Era annoiato, continuava a cambiare magicamente abbigliamento e trucco. Alla fine, era entrato nella stanza principale del suo castello, dove la sua corte l'attendeva, con dei pantaloni in pelle viola senza camicia ma solo collane sul suo busto perfetto e un trucco pesante. Si era seduto sul suo trono, Lilith stava nel suo maniero e non lo disturbava, una parte di lui avrebbe apprezzato uno scontro con lei, almeno sarebbe accaduto qualcosa di diverso. A volte provava a ricordare com'era stare nel mondo mondano, sapeva che per lungo tempo ci aveva vissuto, ma ormai non si rammentava quasi niente. Si ricordava vagamente che il mare ed il cielo erano blu come la sua magia, colore che non poteva vedere a Edom, dato che cielo e la terra erano rossi. Terra che invece sapeva che nel mondo mondano era marrone. Gli mancava vedere il colore marrone che amava.
Magnus stava così riflettendo mentre accarezzava quell'anello sul suo anulare sinistro, sapeva che significava un impegno d'amore, ma non riusciva più a darne né un senso, né un volto. Comunque, non aveva più importanza, visto che ormai era un sentimento che non comprendeva. Con questo pensiero se lo tolse, ma il vuoto su quel dito era fastidioso e se lo reinfilò.
Era sul suo trono ed era circondato da Vampiri, Licantropi Stregoni e demoni, tutti pronti a compiacerlo, una vampira di cui non ricordava il nome, gli si avvicinò sussurrandogli:
"Magnus non sei stanco di dormire sempre solo, potrei darti…"
"Tu non vuoi me, vuoi entrare nelle mie grazie per esercitare il potere che ti darebbe essere la mia favorita. Ma c'è una cosa che non capisci, l'amore non mi interessa."
"Ma io non voglio amore, voglio solo il piacere che la carne mi può dare."
Magnus ormai era un re con la sua corte di adulatori senza nessuno stimolo, neppure sessuale. Aveva pensato di farla finita, ma sapeva che doveva tenere chiusa quella breccia e che era importante che lo facesse, non si ricordava esattamente la ragione, ma sapeva che era importante.
Lo stregone si voltò e le disse:
"Non c'è niente di quello che mi offri che mi possa interessare. Va via!"
Si ricordava l'ultima volta che qualcuno gli aveva acceso il desiderio.
Era un bellissimo licantropo, alto moro, proprio il suo tipo, aveva vinto un torneo di lotta e gli si era avvicinato per riceve il suo premio, un suo bacio.
Magnus era seduto come oggi sul suo trono e il licantropo gli si era accostato ed era sceso sulle sue labbra, per un bacio dolce. Stava pensando di portarlo in camera sua, quando notò il colore dei suoi occhi verdi, bellissimi. Era decisamente carino, forte e riservato, caratteristiche che amava, ma i suoi occhi erano del colore sbagliato e lo lasciò andare, aveva cercato negli occhi di tanti quel nocciola, ma oramai sapeva che non esisteva e ci aveva rinunciato.
Magnus era un provocante e bellissimo involucro vuoto.
* * *
Aver ripreso quella cartellina con i pezzi del suo passato, gli aveva dato la forza di riprovare a ritrovarlo.
Alec, quindi, la mattina successiva, seduto alla sua scrivania al distretto, mentre attendeva il suo compagno che stava arrivando, accese il suo computer e fece una ricerca riguardo alla scomparsa di Alexander L. in riferimento a Magnus nel database dell'FBI, dato che ne aveva ancora l'accesso per alcuni giorni per il caso relativo al bambino scomparso e ritrovato lì a Denver.
Sentiva che aveva qualcosa di importante da fare nella vita che aveva dimenticato e non era solo il biglietto che chiaramente lo suggeriva, era anche una sensazione forte, che nonostante gli anni non era svanita.
La ricerca nel database del FBI era finita e non aveva trovato niente, non che si aspettasse un risultato diverso. Era appena entrato il suo compagno Trevor Ball quando, il commissario del distretto uscì dal suo ufficio e urlando lì avvisò:
"Nel parco Washington è scoppiato un incendio. I pompieri stanno già andando sul luogo, tutte le unità devono andare sul posto per far uscire tutti i civili e poi chiudere gli accessi.”
Alec si alzò e si infilò la giacca della divisa e con il suo compagno uscirono a prendere la loro volante che era parcheggiata davanti al distretto, Trevor si sedette dal lato guida e Alec dal lato passeggero e partirono. Mentre si dirigevano verso il parco, Alec vide volteggiare in cielo quello che appariva essere un Drago e, indicandolo con la mano, disse mentre lo riprendeva con il telefonino:
"Guarda cosa c'è lassù!"
"Cosa ci dovrei vedere, non c’è niente…" gli rispose Trevor.
"C'è … C’era una nuvola che sembrava un Labrador."
"Te l'ho mai detto che a volte sei davvero assurdo!"
"Una media di due volte al giorno!" rispose Alec sorridendo nervosamente per nascondere il fatto che era turbato.
Notes:
E qui cominciamo a capire che cosa è successo a Magnus a Edom.
Chapter 4: Indizi
Summary:
Clary e Jace cercano di capire cosa sia successo ad Alec e iniziano a raccogliere indizi. Scoprono che Alec potrebbe essere stato derunizzato e cercano di trovare prove per confermare i loro sospetti.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Clary stava tornando all'Istituto dopo essere stata da Maryse. Era l'unica a cui parlava di Jace e di cosa la preoccupava del suo fidanzato. Dopo la morte di Alec si erano avvicinate molto. Era successo poco dopo il ritorno di Jace dalla Città di Ossa per il trauma di aver perso il suo parabatai.
Oggi gli aveva parlato dei suoi dubbi e che forse avrebbe dovuto provare a convincere Jace a fare un controllo alla Città d'Ossa, Maryse le aveva consigliato di contattare Fratello Zaccaria, che era un buon amico di Magnus e che avrebbe potuto tenere riservato quello che eventualmente avrebbe potuto scoprire.
Poi le aveva confidato che il comportamento di Jace nell’ultima settimana era stato davvero bizzarro. Aveva improvvisamente chiesto un permesso di alcuni giorni. Le aveva detto che sarebbe andato ad Alicante alla biblioteca a fare delle ricerche, lei ne aveva chiesto la ragione, dato che lì c’era esclusivamente la storia degli Shadowhunter e che, in questo periodo non avevano dei casi che richiedessero un tale studio. Ma lui era andato senza darle una risposta sensata.
Lo stava aspettando nella sua camera, che consideravano la loro, dato che alla fine Clary passava sempre le sue notti lì, decisa a parlarci, non avrebbe accettato le sue scuse stasera.
Ma quando Jace entrò nella stanza andò direttamente da lei sedendosi accanto e le prese le mani fra le sue e iniziò:
"Lo so Clary che ti ho fatto preoccupare ma… Ti ricordi quando venne Brandon Nightwinter?"
"Si, era venuto per l'indagine su un Licantropo che era sospettato di un omicidio di uno stregone."
"Già ed era qui perché avevamo dei documenti su quel Licantropo."
"Esattamente, ricorderai che una sera rimasi a parlare con lui del suo parabatai che fu ucciso da uno Shadowhunter che trafficava in Yin fen, sentivo il bisogno di parlare con qualcuno che mi comprendesse, perché aveva provato il mio medesimo dolore." Le sue mani tremavano nelle sue e aveva gli occhi lucidi.
"Mi ha raccontato che fu ucciso con colpo di spada e che è morto fra le sue braccia, Il legame parabatai loro lo avevano sulle mani e che il dolore passava dal loro legame fu insopportabile, ma la runa scomparve in un attimo. La mia svanì in almeno cinque dieci secondi. Dalle mie ricerche ad Alicante ho capito che Alec fu derunizzato."
"Jace… ma abbiamo seppellito il suo corpo."
"Ma aveva il volto parzialmente bruciato ed anche le mani lo erano."
"Ma erano i suoi vestiti e aveva l'anello che gli dette Magnus e la trasfigurazione decade quando una persona muore."
"Infatti! Ed era una cosa che non mi spiegavo e non trovavo una soluzione, poi mi sono ricordato di quando Simon raccontò di una famosa subrette che aveva fatto tante operazioni…"
"Intendi dire di plastica facciale? Jace ma è assurdo per fare una plastica facciale serve un’operazione e dopo hai comunque il volto tumefatto, lo so che era parzialmente bruciato ma si vedeva che era lui."
"Lo so, ma sappiamo che è stato colpito da una dose massiccia di magia e ho pensato se ci fosse uno Stregone abbastanza bravo da magicamente alterare la fisionomia di una persona un po’ come la chirurgia plastica mondana. Non pensi che potrebbe essere possibile, credi che sia pazzo?"
* * *
Alec era arrivato a casa e aveva appena parcheggiato la sua auto nel vialetto. Dirigendosi verso il portone pensò che guidare gli sembrava tutt’oggi una cosa assurda, per un periodo per questa ragione aveva pensato di essere un Amish. Ma il fatto che sapesse usare il telefonino era un fatto che andava contro questa ipotesi.
In ogni caso aveva fatto una ricerca discreta contattandoli, attraverso i tour operator che facevano visitare tali comunità, raccontandogli che un tale Alexander L. che aveva l'amnesia poteva essere della loro comunità. Ma non aveva avuto nessun riscontro. In quegli anni aveva contattato praticamente ogni comunità che c'era in Usa e anche in Canada.
Prese il telefonino e controllò il video, il drago era lì.
Prese le chiavi di casa dalla tasca, aprì la porta ed entrò. Mentre appoggiava la giacca nel appendiabiti nell’ingresso disse:
"Sono a casa."
Vide Jade e Teo in cucina che stavano preparando la cena e passando disse "Arrivo subito ad aiutarvi."
Andò subito in camera e aprì la cassaforte, scaricò l'arma e la mise al sicuro, poi tornò in cucina ed iniziò ad apparecchiare.
Stasera avevano preparato pollo ed insalata, avevano messo tutto in mezzo alla tavola e si erano messi a mangiare.
Teo gli aveva chiesto:
"Ho sentito dell'incendio al parco Washington, che cos'è successo?"
"Credo di essere l'unico a saperlo, ma nessuno mi crederebbe."
"Ma noi non siamo nessuno, " gli disse Jade sorridendogli.
"Scusatemi è che…"
"Alec, non ti devi scusare, racconta," disse Teo.
Alec prese il telefonino dalla tasca e mostrò loro il video e gli chiese:
"Che cosa vedete qui?"
".. il cielo con le nuvole," rispose Jade.
Alec indicando la traiettoria del Drago gli disse:
"Io vedo un Drago che si sta allontanando in volo."
Alec, nonostante sapesse che erano brave persone, si sarebbe aspettato almeno un po’ di sconcerto; invece, presero il telefonino e controllarono il video con attenzione e Teo disse:
"Il drago non lo vedo, ma le nuvole che si spostano le vediamo. Ti crediamo Alec."
Ogni volta che affrontavano le situazioni sovrannaturali che lo coinvolgevano si aspettava almeno un po' di sconcerto, ma Teo e Jade si mostravano sempre pronti ad appoggiarlo.
"Credo che potremmo fare delle ricerche per farti ritrovare il tuo passato, visto che adesso abbiamo altri elementi," disse Jade speranzosa.
* * *
Era notte ed erano davanti all'Istituto speranzosi, ma con la paura di avere una cocente delusione.
Stavano aspettando Lorenzo, gli avevano semplicemente detto che avevano bisogno del suo aiuto. Un portale si aprì e Lorenzo lo superò dicendo:
"Eccomi qui! Per questo incontro segreto, Andrew mi ha solo detto che avevate bisogno di me per qualcosa di importante."
"E' che volevamo che questa storia rimanesse fuori dai canali ufficiali e chiedere al tuo fidanzato segreto ci è sembrata la migliore scelta," disse Clary, mentre prendeva qualcosa dalla sua tasca.
"Lorenzo questo anello fu creato magicamente da Magnus prima di andare a Edom per chiudere lo squarcio, vorremmo solo che tu lo analizzassi," osservò Jace.
"Onestamente mi sembra una perdita di tempo, dato che sapete già tutto quello che potrei dirvi."
"Per piacere," chiese Clary.
Lorenzo, quindi, avvolse l'anello con la sua magia poi lo fece una seconda volta con uno sguardo stupito e disse:
"Questo anello è stato fatto magicamente ma, non certo dalla magia di Magnus."
I loro sospetti avevano fondamento, l'anello non era quello di Magnus; quindi, il corpo che avevano seppellito probabilmente non era di Alec.
"Sospettiamo che quello che abbiamo creduto fosse il corpo di Alec non sia il suo."
"Io posso solo confermare che questo non è l'anello che gli fece Magnus."
"So che alcuni campioni di pelle di Alec furono mandati al Labirinto per tentare di capire quale stregone o demone lo avesse ucciso, potresti provare a capire se la pelle fosse sua?"
"Mi servirebbe qualcosa di Alec o di un suo parente stretto."
"Potrebbe andare bene un capello di Izzy?" disse Clary.
"Certamente."
"Allora ci penso io, te lo farò avere tramite Andrew."
* * *
Il fatto che Alec potesse vedere i draghi aveva dato impulso alle loro ricerche. Ed ogni sera Teo gli faceva delle domande che riguardavano la mitologia, domande a cui Alec istintivamente rispondeva e Jade prendeva appunti.
"Direi che possiamo escludere le mitologie pre-cristiane, quindi possiamo passare tutte le altre," disse Jade dopo che le avevano esaminate con Alec senza risultati.
"Unicorni?" Chiese Teo.
"Nno?"
"Fate?"
"Forse."
"Immortalità?"
"…Si."
"Vampiri?"
"Si"
"Licantropi?"
"Si."
"Angeli?"
"Si."
"Demoni?"
"Si."
Teo, quindi, gli passò il telefonino dove c'era un elenco di demoni e gli chiese se ce n’era qualcuno che gli diceva qualcosa:
Alec osservò quell’elenco e disse deciso:
"A parte Lucifero che è il più noto, Asmodeus e ho l'impressione che possa essere ... personale?"
"Alec tu hai visto quel drago e noi abbiamo visto le nuvole muoversi quindi, dato che i demoni, angeli, vampiri sono fra noi, lasciano certamente tracce. Credo che dovremmo cercare nella cronaca notizie di avvenimenti strani, assurdi o con spiegazioni poco verosimili, ma non saprei da dove cominciare," osservò Jade.
"Alec, dato che dall'accento sei chiaramente americano, perché non ci indichi tu la prima città da dove inizieresti la ricerca?"
Guardando la mappa degli USA che aveva aperto sul suo telefonino disse "New York."
Si erano messi a cercare incidenti, strani eventi nell'area di New York successi prima che arrivasse a Denver. Ogni volta che trovavano qualcosa lo facevano vedere ad Alec che dava il suo assenso o dissenso istintivamente. Fino a quel momento erano stati tutti dissensi.
“È frustrante, sembra di non arrivare da nessuna parte," disse ad un certo punto Alec.
"Alec ti ricordi quei simboli che vedevi in sogno e che disegnasti?" Gli chiese Jade.
"Certo che ricordo, sono nel cassetto della mia scrivania."
"Valli a prendere."
Alec tornò in salone con quei disegni e Jade fece una foto a quello più grande, che era una specie di croce ma unita in basso e con quell’immagine iniziò a fare una ricerca. Vennero fuori alcuni loghi di società, altre immagini che somigliavano, ma non erano uguali, finché Alec, che stava controllando lo schermo del telefonino di Jade, disse indicandogliene una:
"E' questa! È uguale a quella che ho fatto io."
Jade aprì il sito dov’era quell'immagine e scoprirono che era definita runa angelica, era su una pagina web in cui circolavano teorie piuttosto bislacche. Alec controllò le storie che erano riportate, prove tangibili della presenza dei rettiliani e spiegazioni dettagliate sul fatto che la terra fosse piatta. Alec era sul punto di dare forfait, almeno per quella sera, quando l'immagine di un detective di colore ed una strage, apparentemente dovuta ad una non ben precisata fuga di gas, attirò la sua attenzione. Aprirono il dettaglio e un profilo, il cui nickname era "Shadowhunter", raccontava che era stato spettatore della morte improvvisa di tutti i presenti nel locale Heslodge il 12 novembre del 2018. Nel post spiegava che li aveva visti accasciarsi sui tavoli e non credeva alla versione del gas, perché una saturazione tale da uccidere tutti era inverosimile senza un'esplosione. Poi, aveva aggiunto che aveva visto con i suoi occhi una sedia spostarsi da sola come se fosse passato qualcuno di invisibile. Sosteneva di aver fatto delle ricerche e che aveva le prove che i vampiri, i lupi mammari fossero reali, che le fate le chiamassero Seelie. Infine, aveva scoperto che c'erano anche dei mezzi angeli e che il loro compito era proteggere il mondo dai demoni e che si chiamavano Shadowhunters. Questi mezzi angeli avevano dei poteri sovrumani attraverso dei tatuaggi che si chiamano rune.
"Ecco chi sono, sono uno Shadowhunter."
Notes:
Far vedere ad Alec un Drago mi è sembrato un buon modo per fagli capire che le sue sensazioni di essere speciale non si basavano solo su impressioni.
Chapter 5: Alexander Lightwood
Summary:
Alec scopre il suo vero nome e inizia a ricostruire il suo passato. Con l'aiuto di Jade e Teo, cerca di trovare la sua famiglia e capire cosa gli sia successo.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Prima di organizzare questa cena avevano aspettato la conferma di Lorenzo che il corpo che avevano seppellito non fosse di Alec. Lo stregone glielo aveva comunicato un paio di giorni prima e per determinarlo aveva magicamente confrontato i campioni di pelle e capelli con quelli di Izzy che Clary aveva recuperato da una spazzola.
Jace e Clary stavano andando a casa di Maryse, che adesso viveva nell'appartamento sopra la libreria che tutt'oggi gestiva. Lì avrebbero incontrato tutta la famiglia per comunicare quello che avevano scoperto, non avevano spiegato nulla sulla ragione di questa cena, ma sapevano che tutti pensavano che avrebbero annunciato il loro fidanzamento, anche perché ad Aldertree, per avere la serata libera, avevano dato proprio quella ragione dicendogli, inoltre, che sarebbero andati a Los Angeles da Robert, dato che adesso era assolutamente vietato vedere le persone derunizzate come Maryse.
Erano entrati nel negozio, poi dalle scale sul retro, erano arrivati al primo piano, superata la porta dell'appartamento, videro la foto appesa alla parete di Maryse con Alec che sorridevano. Doveva essere stata fatta prima che andasse tutto a rotoli, prima dell'accordo con Asmodeus, prima dell’esilio di Magnus a Edom e prima, adesso, della presunta morte di Alec. Jace pensò che, se non avesse avuto la speranza che aveva adesso gli avrebbe fatto fisicamente male quell'immagine. Non riusciva a capire come Maryse potesse vivere con tale ricordo sempre davanti ai suoi occhi, anche se, sapeva per esperienza personale, che non serviva un’immagine per sentirne la mancanza, bastava il vuoto che aveva in sé da quando gli avevano strappato il suo parabatai.
Dalla porta della cucina gli vennero incontro Max e Robert, mentre dalla cucina Maryse chiedeva:
"Chi è arrivato?"
"Sono Jace e Clary," rispose Max. Jace osservando il suo fratello minore non poteva far a meno di notare la somiglianza con Alec. Adesso che non era più un ragazzino ed era un uomo fatto e finito era davvero evidente. Aveva anche la medesima gestualità di Alec era solo decisamente più socievole del suo, a volte scorbutico, parabatai.
"Sono felice di vedervi, deve essere un'occasione speciale per richiedere esplicitamente la mia presenza qui," disse Robert.
"Lo è!" gli rispose Jace.
Izzy e Simon entrarono in quel momento e il vampiro disse:
"Vedo che ci siamo tutti."
E Maryse, uscendo dalla cucina, mise l'arrosto in mezzo alla tavola dicendo:
"Accomodiamoci è tutto pronto."
Mentre tutti si sedevano, Max si avvicinò a sua sorella Izzy e gli sussurrò:
"Hai mica idea di che cosa ha in mente Jace, era praticamente felice quando mi ha telefonato invitandomi."
"Forse vorrà comunicare che si fidanza con Clary, da quando è morto Alec è come se la sua vita si fosse fermata," gli rispose.
"Già, forse ha capito che Alec avrebbe sempre voluto la sua felicità."
Avevano appena finito di servirsi quando Max disse:
"Jace lo so che questa cena non è solo per ritrovarsi, dato non ti vedevo così bene da… tanto, credo che tu voglia comunicarci qualcosa, sputa il rospo."
"Hai ragione! Ho qualcosa da dirvi."
"Avete deciso di sposarvi?" Chiese Maryse.
“È certo che la sposerò," disse Jace.
"Ma non è quello …" continuò Clary.
"Su parla Jace! Dobbiamo chiedere la spada dall'anima?" Chiese Max.
"Si tratta di Alec. Lo sapete che non mi sono mai rassegnato alla sua morte e, parlando con Brandon Nightwinter, che come me, ha perso il suo parabatai, sono arrivato alla conclusione che Alec fu derunizzato."
"E cosa cambia! Jace lo abbiamo seppellito e aveva tutte le sue rune che cosa vorresti provare?" disse Izzy furiosa alzandosi in piedi con gli occhi lucidi, nessuno aveva superato la morte di Alec.
"Lo so che sembra assurdo ma fallo finire. Ti prego Izzy," disse Clary.
La ragazza di sedette nuovamente, mentre Maryse silenziosa ascoltava.
"Abbiamo fatto controllare da Lorenzo magicamente un capello di Alec con uno di Izzy e il risultato è che non era lui."
“Praticamente avete usato i frammenti di pelle e capelli che erano stati tenuti per le indagini?” Chiese Robert.
“Esattamente,” rispose Clary.
"Allora vuoi dire che Alec potrebbe essere vivo?" disse Izzy.
"Quello di cui siamo certi è che è stato derunizzato e che non è il suo il corpo quello nella bara. Quindi possiamo supporre che potrebbe essere da qualche parte, forse prigioniero di qualcuno, magari potrebbero avergli tolto i suoi ricordi oltre alla runa parabatai."
"Ci serve il fascicolo di Alec e soprattutto una lista di persone che avrebbero voluto fargli del male, se il mio bambino è vivo lo troveremo," disse Maryse.
* * *
Nonostante avesse capito che era uno Shadowhunter la ricerca era paradossalmente diventata ancora più complicata, perché chiaramente attraverso i canali normali non avrebbe trovato niente.
Era appena tornato a casa da lavoro e Jade gli chiese:
"Ciao Alec! Sei mica riuscito a capire chi è il blogger?"
"Ho chiesto anche aiuto all'esperto informatico del distretto, ma ha coperto bene le sue tracce, non sono riuscito a trovare niente."
"Accidenti sarebbe stata una buona traccia," rispose Teo.
"Ma qualcosa ho scoperto, vi ricordate il detective di colore la cui immagine era nell'articolo?"
"Si ricordo…" rispose Jade.
"Bene! si chiama Luke Garroway lavorava per il dipartimento di polizia di New York, ho mandato una email dicendo che in un’indagine su persone scomparse c'era un collegamento con un suo caso e che volevo parlarci."
"Bravo! Comunque se non ti contattasse, adesso abbiamo un posto da dove iniziare la ricerca New York," disse Teo.
Avevano aspettato qualche giorno per vedere se il distretto di New York rispondeva all'email, poi Alec, impaziente di scoprire qualcosa, aveva provato a chiamare, ma la poliziotta con cui aveva parlato aveva detto che i dati dei poliziotti ed ex-poliziotti erano riservati e non davano informazioni telefonicamente. Alla fine, avevano deciso di andare a New York.
Per Alec il volo era stato piuttosto terrificante, in un certo senso per lui era più logico un uomo che volava tipo Superman e si chiedeva se nel suo mondo fosse davvero così?
Avevano prenotato due camere comunicanti in un hotel nei dintorni di Central Park, l'hotel Bristol Plaza, che era sulla sessantacinquesima. Erano arrivati con un taxi nel tardo pomeriggio di venerdì, quando avevano lasciato l’albergo, dopo gli adempimenti burocratici e aver sistemato i bagagli, era già quasi ora di cena.
Visto l’orario in cui sarebbero arrivati non avevano previsto di andare al distretto dove aveva lavorato Luke Garroway, anche perché, andare al dipartimento di polizia a quell'ora senza una reale motivazione se non chiedere informazioni, non era una buona idea, dato che con l'inizio dell’apericena iniziava il viavai degli ubriachi e le chiamate per schiamazzi nei locali. Era meglio aspettare la mattina successiva.
Quindi avevano deciso di girare un po' a caso per vedere se Alec istintivamente conoscesse la città.
Si avviarono verso Central Park lo girarono in lungo e largo e vicino ad un ponte su un ruscello si fermò.
Jade lo vide pensieroso e gli chiese:
"Ti ricorda qualcosa?"
"Ricordare, no, ma ho come l'istinto di scavalcare la balaustra per buttarmi nel ruscello…"
"Super poteri o no non lo trovo salutare!” Osservo sorridendo Teo mentre Jade aggiungeva:
“Ma hai la sensazione che siamo venuti nel posto giusto?”
"Decisamente."
Cominciavano ad avere fame e andarono a cena nel locale della 'fuga di gas' che ora si chiamava The Smith. Adesso era un tipico ristorante dove andavano i Newyorkesi, il locale era completamente diverso e ad Alec onestamente diceva poco. Anche se prima di entrare Alec si girò e vide una telecamera di controllo che sapeva essere lì ancora prima di vederla.
* * *
La mattina successiva Alec si svegliò come sempre con la stessa immagine impressa nella mente, un volto con gli occhi dal taglio orientale con le pupille di gatto. Avrebbe voluto riuscire a trattenere quelle immagini nella sua mente per avere degli indizi, ma appena apriva gli occhi tutto svaniva. Gli rimanevano solo quello sguardo e una nostalgia incontrollabile.
"Hei Alec sei sveglio? Dai che stamattina facciamo i detective."
Era Jade che gli parlava attraverso la porta comunicante chiusa e Alec le rispose:
"Mi sono appena svegliato, il tempo di farmi una doccia e arrivo."
Un quarto d'ora dopo erano al bar di fronte al loro hotel a fare colazione, il distretto di polizia dove lavorava o, meglio, dove aveva lavorato Luke, era nella zona del municipio, avrebbero potuto prendere la metropolitana, ma, anche se non erano davvero qui per turismo, Alec voleva far vedere la città a Jade e Teo che non ci erano mai stati; quindi, usciti dal bar si diressero nella direzione del distretto e fra una foto e un'altra arrivarono a destinazione.
Alec entrò da solo, come avevano deciso e si avvicinò al bancone informazioni dove c’era un giovane poliziotto probabilmente appena uscito dall'accademia e, mostrando il suo tesserino di poliziotto di Denver, gli disse:
"Il mio collega conobbe Luke Garroway quando fecero un corso sulla sicurezza a Washington e per un periodo si sono sentiti, ma poi gli si ruppe il telefonino e non riuscì a recuperare la rubrica, dato che sapeva che sarei venuto qui a New York mi ha chiesto di provare a chiedere se mi potreste dare il suo contatto."
"Sono dati riservati, non sono autorizzato a darli nessuno, però se mi lascia un suo recapito forse posso farlo avere a Luke Garroway e lui direttamente potrebbe contattarla, ma le devo dire che dette le dimissioni anni fa e onestamente non so se abbiamo i suoi recapiti attuali."
Alec a quel punto, non avendo scelta, gli scrisse su un biglietto il suo numero personale ringraziandolo, pur sapendo che era improbabile che lo contattassero.
Sapeva che sarebbe stato difficile che Luke lo contattasse, era deluso perché sapeva di essere nella giusta direzione.
Era appena uscito dal portone quando una poliziotta lo avvicinò dicendo:
"Ma a che gioco stai giocando Alexander Lightwood? Ti sarai fatto togliere tutti quei tatuaggi, ma so benissimo che lo conosci Luke Garroway e conosci pure Clary Fray che considera Luke come un padre, chiedilo a lei dov'è, da quando ha dato le dimissioni sembra svanito."
"Credo che mi stia confondendo con qualcun altro, adesso mi scusi ma devo andare."
Adesso aveva altri due nomi oltre al suo completo, si chiamava Alexander Lightwood e andò sorridendo da Jade e Teo.
Notes:
Ho pensato che Jace avesse questa convinzione che Alec non fosse davvero morto per il modo in cui vennero separati come se il legame prima di essere cancellato gli avesse lasciato questa sensazione.
Chapter 6: L'Istituto
Summary:
Alec inizia a ritrovare frammenti del suo passato e si rende conto di quanto sia importante per lui ritrovare Magnus.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Jade e Teo solo vedendolo arrivare sorridente avevano capito che aveva scoperto qualcosa al distretto e mentre si dirigevano verso l'hotel Alec gli spiegò tutto.
"Sembra promettente Alec, potresti trovare presto la tua famiglia" disse Jade con un tono forzatamente felice.
Alec quindi si fermò e guardandoli disse:
"Non so come sia la mia famiglia, se affettuosa, se mi odiava per quello che sono o altro, ma anche se fosse più che perfetta, per me anche voi sarete per sempre famiglia… se vi piacerà cosa scoprirete di me."
"Sei un bravo ragazzo, sono sicuro che ci piacerai anche con tutto il tuo passato," rispose Jade sollevata.
"Ma adesso trovaci un bel ristorante dove pranzare," aggiunse Teo.
"Mi sembra una buona idea."
Alec quindi con l'aiuto di Google Maps ne cercò uno nei paraggi sperando che fosse abbastanza tranquillo da poter fare delle ricerche su questa Clary Fray.
Si stavano dirigendo al Union Square cafè, quando una libreria attirò lo sguardo di Alec.
"Sembra davvero accogliente questo negozio," disse.
" 'Ouroboros libri usati ed antichità' che nome originale, peccato che sia chiuso oggi," aggiunse Jade.
"Andiamo a pranzo, è chiuso per motivi personali, ma non c'è scritto per quanto tempo magari se ci ripassiamo dopo lo troviamo aperto," disse Teo conoscendo la passione di sua moglie per quel genere di negozi.
"Bene," rispose Alec mentre tornavano ad incamminarsi verso il ristorante.
Arrivati, Alec chiese un tavolino appartato ed il cameriere lì portò al primo piano. La sala era accogliente, semivuota e ogni tavolino aveva un separé. Ordinarono tre fritti di pesce per tre con patatine. Alec prese il telefonino e si mise subito a cercare Luke Garroway e Clary Fray. Era chiaro che, come lui, non erano persone comuni, quindi, pensava che forse non avrebbe trovato molto; invece, la ricerca dette un risultato. Gli aveva proposto un tweet del 2016 dal profilo Simon Lewis. Account che era molto attivo fino a metà 2016, poi i post erano diventati sempre più rari. Nel tweet trovato diceva semplicemente "Auguri alla mia migliore amica Clary Fray," in più c’era una foto scattata in un appartamento. Nell'immagine c'era un ragazzo moro, presumibilmente Simon Lewis sorridente accanto ad una bella ragazza rossa, probabilmente questa Clary Fray, dietro di lei c'era una signora anch’essa con i capelli rossi, infine c'era Luke Garroway. Leggendo i tweet nei loro profili aveva scoperto che questa Clary era stata accettata nel 2016 all'accademia delle belle arti a Brooklyn, che Luke gli faceva da padre anche se non lo era e che il padre naturale era morto.
Finito di pranzare decisero di andare alla scuola d'arte per provare ad avere un numero telefonico un indirizzo.
Ci si diressero a piedi senza fretta facendo i turisti, arrivati davanti all’accademia Alec disse:
"Bene vado…"
"Alec, ci pensiamo noi! Come zii siamo più credibili di te!" Disse Jade prendendo il braccio che Teo le stava porgendo.
"Siete sicuri?"
"Lascia fare agli esperti," gli rispose Jade sorridendo.
Alec si sedette su una panchina dall'altro lato della strada e, mentre aspettava, controllava nervosamente il profilo di Simon Lewis cercando qualche indizio. Di tanto in tanto alzava lo sguardo verso il portone, erano pochi minuti, ma il tempo sembrava non passare mai, finché non vide uscire dall'Istituto Teo e Jade. Attraversò la strada andandogli incontro e Jade, mostrandogli un foglietto gli disse:
"Missione compiuta!"
"Perfetto," gli rispose Alec sorridendo mentre prendeva il biglietto da Jade, sopra c'era scritto un numero di un telefonino ed un indirizzo, certo non sarebbe stato semplice dato che aveva l'impressione che sia il numero che l'indirizzo non avrebbero dato nessun risultato utile, ma era sicuro che era nella giusta direzione per ritrovare il suo passato.
Tentò subito con una telefonata, ma dopo qualche squillo partì la segreteria e lasciò semplicemente un messaggio "Clary sono Alexander questo è il mio nuovo numero, appena puoi chiamami," se fosse stato riassegnato il nuovo utente avrebbe pensato ad un errore.
Poi fece une ricerca sull'indirizzo e scoprì che adesso c'era un negozio di scarpe, decisamente non abitava più lì.
"Niente, il numero mi ha mandato in segreteria e all'indirizzo adesso c'è un negozio," spiegò Alec.
"Ma su Twitter non si possono inviare messaggi privati?" Osservò Teo.
"Si, giusto!"
Aprì twitter ed inviò a Simon semplicemente il suo numero di telefono e chiedendo di essere contattato o da Clary o da Luke.
Avevano fatto tutto quello che potevano, adesso dovevano solo aspettare e decisero di tornare all'hotel.
* * *
Anche la mattina successiva si svegliò sempre con la medesima immagine, i soliti occhi, provava a mettere a fuoco i dettagli del suo volto, ma si svegliava sempre prima di poterlo vedere chiaramente e questo lo lasciava con un senso di malinconia, una mancanza che, nonostante non ricordasse, lo lasciava senza fiato. Poteva quasi sentire le sue labbra sulle sue nel dormiveglia, come se il bacio del sogno potesse essere reale. Era ormai chiaro che quegli occhi appartenevano all'uomo che amava.
A volte desiderava che quell’attimo fosse eterno, ma ormai era sveglio e tutto era svanito.
Prese il telefonino dal comodino sperando in una chiamata o in un messaggio privato su twitter per poter ritrovare la sua vita e lui, Magnus, ma niente.
Sapeva che probabilmente ci sarebbe voluto un po’ di tempo ad avere una risposta chiara su chi fosse e sapeva che il tempo stringeva, dato che nel pomeriggio avevano il volo di ritorno, ma un po’ ci sperava.
Dalla porta comunicante Jade bussò e disse:
"Alec sei sveglio?"
"Si, mi devo preparare e chiudere le valige, mezz'oretta e dovrei essere pronto."
"Va bene."
Avevano saldato le camere e lasciato in deposito all’hotel le loro valige, che avrebbero recuperato prima di andare all'aeroporto. Avrebbero fatto un ultimo giro per la città, sapendo che prima o poi questo viaggio avrebbe dato i suoi frutti e Alec avrebbe ritrovato sé stesso. Fecero colazione al solito bar poi, usciti dal locale, Jade gli disse:
"Perché in queste ultime ore non andiamo dove ti senti di andare?"
"Va bene," gli rispose Alec.
Presto si ritrovarono in Central Park, ma questa volta dall'altro lato del parco, era una bella giornata di sole e ad un certo punto si sedettero su un prato:
"Alec lo sai che siamo sulla buona strada, appena qualcuno ti contatterà torneremo qui a New York e magari con le risorse che hai al distretto a Denver potresti trovare quello che cerchi," gli disse Jade.
"Lo so, grazie."
"Lo vedo che sei deluso, ma sono sicura che troverai presto il tuo passato."
Alec gli sorrise e gli disse "Forse è il caso di prenotare un taxi altrimenti facciamo tardi."
"Ci penso io," rispose Teo si alzarono dirigendosi fuori dal parco, Alec superando un gruppo di alberi vide una bellissima chiesa in stile gotico, controllò su Google Maps e vide che era indicata come fosse un rudere.
Si voltò verso Teo e Jade dicendo:
"Com'è possibile che sia indicata come rudere, questa chiesa è bellissima."
"Forse perché é un rudere?" Disse Jade.
"Ma non è un rudere è perfetta,” poi voltandosi verso di loro aggiunse “voi la vedete come un rudere?"
Si limitarono ad un cenno e Alec capì che aveva trovato il posto a cui apparteneva.
Teo interruppe la prenotazione del taxi e pensò in qualche modo avrebbero fatto, Alec aveva trovato qualcosa di importante e loro gli sarebbero stati accanto fino a quando ne avesse avuto bisogno.
* * *
Jace aveva aspettato nella sua camera che Clary finisse il suo turno per raggiungerla al centro operativo e parlarle di alcune idee su come avrebbero potuto ritrovare Alec. Sapeva che l'unico modo era trovare chi aveva rapito e fatto sparire Alec e voleva analizzare con lei una lista, per adesso piuttosto lunga, delle persone che potevano avercela con Alec.
Non arrivò neppure alla fine delle scale per andare al piano inferiore quando vide Clary che gli andava incontro correndo, la ragazza lo abbracciò sorridente e lei gli sussurrò all'orecchio:
"Alec mi ha lasciato un messaggio in segreteria, adesso usciamo e lo chiamiamo."
Avevano deciso di tenere per sé il fatto che sapevano che Alec fosse vivo, non sapendo chi potesse essere coinvolto.
Jace in quel momento si voltò e guardò fuori, non ci poteva credere, era lì ad un centinaio di metri dall'ingresso, non aveva le rune, ma era sempre lui, voltò il viso di Clary perché lo vedesse anche lei e le sussurrò:
"Va al centro operativo e fa in modo che le telecamere non lo riprendano, io vado da lui. Poi raggiungici da Maryse con Izzy, Simon, Max e Robert."
"Va bene!"
Jace era andato velocemente verso l’uscita e appena fuori lo vide, era ancora lì esattamente dove lo aveva visto attraverso la vetrata, il suo parabatai vivo. Gli occhi gli si riempirono di lacrime, un fatto era avere un sospetto, un fatto era vederlo in carne e ossa. Si doveva calmare, non aveva idea di cosa avesse passato negli ultimi cinque anni. Fece un respiro profondo e gli si avvicinò.
Alec era tutto intento a guardare le due guglie laterali che si stagliavano nel cielo e all’inizio non lo vide avvicinarsi, ma quando abbassò lo sguardo notò questo ragazzo biondo che gli stava andando incontro, aveva gli occhi lucidi, ma era sorridente, il poliziotto che era in lui aveva notato il fatto che era armato di spade e coltelli e che forse poteva essere una persona poco raccomandabile, ma quei tatuaggi erano così simili ai disegni che aveva fatto e il suo istinto gli diceva che si poteva fidare.
Si fermò a pochi passi da lui e gli disse:
"Alec…"
"Mi conosci?" gli rispose speranzoso.
"Si, sono Jace Herondale, tuo fratello non ti ricordi…"
"No, il mio primo ricordo risale al 4 maggio 2019, ma so che non sono un Herondale…" ripose sospettoso.
"Il tuo nome è Alexander Gideon Lightwood, tuoi genitori mi hanno accolto quando avevo dodici anni, sono gli unici genitori che abbia mai avuto," e mentre gli spiegava, Jace si guardava intorno in modo sospettoso e Alec gli chiese:
"Qualcosa non va?"
"No, ma dovremmo allontanarci da qui perché, non voglio che ti vedano."
"Ma perché?"
"Alec non sappiamo chi ti fatto sparire e voglio tenere per me questo vantaggio. Ma prima…"
"Cosa?"
"Posso abbracciarti?"
Alec aprì le sue braccia accogliendo quel ragazzo, che lo tenne stretto per un attimo accarezzandogli i capelli.
Aveva finalmente trovato chi era, qualcuno che gli avrebbe raccontato il suo passato, qualcuno con cui avrebbe salvato il suo Magnus. La sua famiglia.
"Adesso andiamo," disse Jace staccandosi e Alec indicando Teo e Jade che erano in disparte silenziosi e disse:
"Ti presento Theodore e Jade Harris, Teo mi ha trovato e in questi anni ho vissuto con loro…”, Jade disse confusa:
"Alec stai parlando con l'uomo invisibile o che…"
Jace prese lo stilo passandolo sulla runa Mendelin rendendosi visibile e gli disse:
"Scusatemi è che non avevo capito che foste con lui… grazie di aver protetto mio fratello, ma adesso andiamo."
Notes:
Jace e Alec finalmente si sono ritrovati
Chapter 7: La sua famiglia
Summary:
Alec si riunisce con la sua famiglia e cerca di adattarsi alla sua nuova realtà. Scopre che Magnus è intrappolato a Edom e capisce perché voleva salvarlo.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Uscirono da Central Park e Alec si rese conto che stavano andando nella direzione dell'hotel, Jace gli stava vicino aveva una mano sempre sulla sua spada, come se fosse pronto per difenderlo, l'altra invece era sulla sua vita. Nel percorso suo fratello aveva inviato dei messaggi, alcuni con il telefonino, altri invece usando un pezzo di metallo, quello che aveva già usato prima per farsi vedere da Teo e Jade. Camminava sicuro per le strade di New York, quando Alec si rese conto che erano vicinissimi alla libreria che avevano notato il giorno prima.
Jace si fermò proprio davanti all'entrata e gli disse:
"Alec, questo è il negozio di nostra madre, mi ero già reso conto che forse eri vivo…”
“Perché? Mi credevate morto?”
“Si, e qualcuno si è impegnato molto per farcelo credere, comunque ho avvisato nostra madre che sei qui con me…" poi vedendo il timore nei suoi occhi aggiunse:
"Tutti in famiglia sappiamo che sei gay e non abbiamo nessun problema. Maryse, nostra madre è certamente imperfetta, ma ti vuole bene, non temere."
Alec poteva vedere dalla vetrina una donna mora, leggermente più bassa di lui, che lo guardava incredula, Jace aprì la porta facendo entrare prima suo fratello, poi Teo e Jade per poi chiudere a chiave il negozio e girare il cartello che era chiuso.
Maryse gli andò incontro, prendendogli il volto nelle sue mani mentre sorrideva e piangeva di felicità, per poi abbracciarlo stretto. Alec non sapeva come comportarsi e cercava conforto negli sguardi di Jade e Teo che gli sorridevano.
Staccatasi si voltò verso le due persone che erano con Alec gli disse:
"Siete voi che vi siete presi cura di mio figlio?"
Jade semplicemente fece un cenno affermativo con la testa e Maryse andò ad abbracciarli e disse:
"Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per tutto quello che avete fatto per Alec."
“È stato semplice è davvero un bravo ragazzo, sono certa che è anche merito suo, io mi chiamo Jade e questo è mio marito Teo."
"Piacere, ma andiamo nel mio appartamento, è sopra al negozio, ci si accede da una scala dal retro e del negozio."
Jace non aveva più la runa parabatai, ma non ne aveva bisogno per comprendere Alec e gli si avvicinò dicendogli:
"Alec lo so che ti senti confuso e pieno di speranze e che per te siamo tutti degli sconosciuti, che non vuoi deludere e che hai paura di dire o fare qualcosa di sbagliato, ma, Alec noi ti credevamo morto, ci hanno fatto credere che tu fossi morto e non c'è niente, niente che tu possa dire o fare che ci possa deludere, adesso che sei qui andrà tutto bene, non avere timore."
Alec gli sorrise e Jade disse:
"Siete molto legati voi due."
"Si, perderlo è stato come se mi avessero portato via parte della mia anima. Ma andiamo su c'è tutta la tua famiglia che ti aspetta," gli rispose Jace.
"E quanti sono?"
"A parte me e tua madre c'è nostra sorella, il nostro fratello minore e la mia fidanzata Clary, quella a cui hai lasciato il messaggio in segreteria, e Simon che è fidanzato con tua sorella."
"Simon è quello a cui ho mandato un messaggio su Twitter?"
"Esattamente."
Non gli era sfuggito che nessuno aveva nominato Magnus ed un timore cominciava a crescere in lui.
Arrivato nell'ingresso dell'appartamento, subito vide la foto che era appesa alla parete. C'era lui con accanto sua madre. Aveva un tatuaggio, anzi runa sul collo a forma di sette, ma una parte era nascosta dalla maglia, era voltato verso sua madre e sorrideva. Era così strano vedersi in un’immagine che non ricordava.
Maryse li fece accomodare in un salottino dove c'erano diverse persone alcune sedute sul divano altre in piedi, appena la porta si aprì tutti si voltarono e, per un attimo, il tempo sembrò fermarsi per il modo in cui lo guardavano, poi Izzy fu la prima ad avvicinarsi e gli disse:
"Sono tua sorella minore Isabel, Izzy."
Poi si avvicinò Max:
"E io sono tuo fratello minore, Maxwell."
"Immagino Max," osservò Alec.
"Io sono tuo padre mi chiamo Robert."
Poi si avvicinarono Clary e Simon e Alec disse:
"Tu sei Clary la fidanzata di Jace e quella a cui ho lasciato un messaggio in segreteria e tu sei Simon di Twitter."
"E fidanzato di tua sorella Izzy."
"Beh! Io non mi presento, perché mi conoscete, vi presento Jade e Theodore le due persone che in questi cinque anni mi hanno aiutato e accolto nella loro casa."
"Alec probabilmente avrai mille domande da fare alla tua famiglia e forse è inopportuno ma io e Teo avremmo un volo…"
Alec si voltò verso di loro e disse:
"No, non …"
"Alec adesso sei al sicuro dalla tua famiglia non hai più bisogno…"
"Jade, Teo, anche se siamo la sua famiglia, per lui adesso siamo degli sconosciuti, ha bisogno di voi, posso immaginare che avete degli impegni, ma se poteste rimanere…" intervenne Maryse.
Alec guardava Teo a Jade che fecero un cenno di assenso con la testa.
"Però dobbiamo comunque andare a recuperare le valige, trovare un posto per la notte e disdire il volo." disse Teo.
"Per il volo basta un telefonata la faccio io," disse Alec.
"Per dormire, sarete miei ospiti," disse Maryse.
"Per le valige, vi posso accompagnare io, dato che sono l'unico ad avere un furgone e la patente," si fece avanti Simon.
"Va tu con Simon, io resto qui con Alec," aggiunse Jade rivolgendosi a Teo.
* * *
Quando Simon e Teo furono tornati con le valige, li trovarono tutti seduti intorno al tavolo, dove nel mezzo c'erano stuzzichini e da bere. Alec aveva appena finito raccontare quello che aveva passato e come erano arrivati a cercare il suo passato a New York. Appena appoggiate le valige da un lato della stanza, si accomodarono al tavolo nei due posti liberi mentre Jace diceva:
"Quindi sei un poliziotto a Denver…"
"Beh, in fondo è una professione appropriata per Alec," aggiunse Izzy.
"Ma come hai fatto ad avere i documenti mondani?" osservò Max.
"Li ha avuti perché abbiamo usato il certificato di nascita di nostro figlio che è morto per una patologia rara poco prima che compisse due anni," disse Jade.
"Quando mi sono ritrovato solo senza sapere chi fossi non ero affatto un bambino, ma ero in un mondo che mi era estraneo e senza documenti, avrei potuto essere chiunque, anche una persona poco raccomandabile, ma loro mi hanno accolto e protetto, io li sento come fossero i miei genitori perché in fondo i genitori ti stanno vicini, ti aiutano, ti proteggono, ti vogliono bene e Teo e Jade sono tutto questo per me."
"E' proprio così Alec," disse Maryse.
"Allora mi parlate di me, di chi sono? Quello che so di me stesso, è che volevo salvare Magnus Bane, che non sono una persona comune e dovevo avere quei tatuaggi…"
"Rune," disse Jace.
"Rune, che evidentemente mi furono tolte quando ho perso la memoria."
"La sera che Teo lo portò a casa aveva delle zone di pelle arrossate e la più grande era sul collo, invece appena sopra il fianco aveva una piaga e ci vollero mesi perché guarisse completamente," disse Jade.
"La runa Parabatai, per quella non basta la derunizzazione, mi chiedo come possano averlo fatto," osservo Izzy.
"Che cosa sarebbero queste rune?" Chiese Alec.
"Le rune possono essere cancellate, io come puoi vedere non le ho più, perché per un errore di gioventù mi sono state tolte, ma non tutte possono essere rimosse, ce ne sono alcune come la runa matrimoniale o quella parabatai che uniscono due persone, che si cancellano solo se ne si spezza l'unione. La runa matrimoniale è legata all'amore di coppia, invece la runa parabatai unisce due guerrieri Nephilim rendendoli letali in battaglia."
"Eri tu il mio parabatai," disse Alec comprendendo in quel momento l'istintiva fiducia che aveva avuto per quel ragazzo.
Jace si limitò ad un cenno con la testa.
"Ho sempre provato un senso di vuoto in me, quasi fisico e adesso capisco che non era solo la mancanza dei ricordi, ma anche il legame che avevo con te. Poi c'è un'altra cosa che non ci siamo mai spiegati. Quando mi trovarono avevo un biglietto in tasca, che scoprimmo che avevo scritto io e c'era scritto 'Devo salvare Magnus Bane, mi chiamo Alexander L…'
“Lo aveva scritto come se sapesse che avrebbe perso la memoria," spiegò Teo.
"la memoria ti sarà stata cancellata da uno stregone o da un demone piuttosto potente," rispose Jace.
"E la runa parabatai?"
"Deve essere coinvolto il Clave," disse Max.
"Il Clave? Che cos'è? Io sono uno Shadowhunter, poi ci sono demoni e stregoni e cos'altro? Onestamente sono piuttosto confuso."
"Conosci Harry Potter?" intervenne Simon.
"Si."
"Noi siamo come nell'universo di Harry Potter in mezzo agli umani che ignorano la nostra presenza e li chiamiamo modani"
"Babbani per Harry Potter."
"Si! Immaginati che le case siano cinque e non quattro, qui ci sono gli Shadowhunter, che sono mondani con sangue angelico e con le rune combattete i demoni, poi ci sono i vampiri," e mostrò i suoi denti canini.
"Pasteggia a sangue animale, non è come nelle storie mondane," Intervenne Izzy.
"Poi ci sono i licantropi, che esattamente come nelle leggende mondane sono uomini che diventano licantropi dopo essere stati morsi, poi i Seelie che praticamente sono le fate e hanno sia sangue angelico che demoniaco, infine gli stregoni che sono figli di un demone superiore e di un umano.
"E il Clave?"
"E' il Ministero della Magia."
"Praticamente qualche Shadowhunter di potere è coinvolto in quello che mi è successo."
"Bravo," rispose Max.
"Mi sembra di capire che avere sangue angelico non ci rende migliore degli altri."
"Esattamente, ogni persona indipendente dal sangue che gli scorre nelle vene può essere buono o meno, come per i mondani dipende solo dalle loro azioni," osservò Izzy
"Anche se non tutti la pensano così," aggiunse Clary.
"Alec, io non mi ero mai rassegnato alla tua morte e di recente avevamo capito che non lo eri, abbiamo iniziato a provare capire chi potesse essere interessato farti del male, abbiano ridotto la lista intorno ad una decina di stregoni abbastanza potenti da cancellarti la memoria, ma nessuno aveva del risentimento, almeno apparentemente, verso di te, quindi è molto più probabile che lo abbia fatto su commissione di qualcuno e stavamo cercando dei collegamenti," spiegò Jace.
"Potremmo cominciare a vedere se qualcuno di questi stregoni fosse in difficoltà economiche tanto da accettare lavori non tanto legali… " disse Alec insicuro che la sua osservazione fosse possibile in questo mondo che si, lo sentiva suo, ma che per adesso gli era anche estraneo.
"Buona idea! Faccio due ricerche," disse Max tirando fuori il suo tablet.
Avevano parlato di tutto ma non della persona che Alec sapeva essere la più importante della sua vita: Magnus Bane. Si fece coraggio e chiese:
"E chi è Magnus Bane, nel biglietto che avevo addosso c'era scritto che dovevo salvarlo."
"Magnus Bane è il tuo fidanzato, anzi è il tuo promesso," gli rispose Maryse.
“È morto?"
"No, no."
"Ma perché non è qui, si è rifatto una vita?"
"No, non si è rifatto una vita, almeno non … Magnus è uno stregone."
"Quindi ho un fidanzato immortale?"
"Sì e non è qui, perché per salvare gli Shadowhunter che sarebbero stati tutti uccisi è dovuto andare a Edom per chiudere un varco che fu aperto fra Edom, uno degli inferni, e Idris."
"La patria degli Shadowhunters?"
"Si, ed é a Edom, perché solo da lì può tenere chiuso quel varco. Ci ha salvato tutti. Se tornasse qui, il varco potrebbe essere riaperto."
"Quindi non è esattamente in pericolo, ma posso andare da lui?"
"No, solo i Nascosti possono andare," disse Maryse intervenendo prima che Clary potesse parlare della runa dell'alleanza e di quello che avevano visto lei e Simon a Edom.
"Ma perché ho scritto che lo dovevo salvare?"
"Perché volevi riportarlo qui, poi Magnus è una persona generosa, ti ama e per te farebbe qualsiasi cosa, ma Edom è comunque un inferno e corrompe le anime, ecco perché lo volevi salvare," gli disse Izzy.
Maryse si alzò, come se gli fosse venuto in mente qualcosa e andò nella sua camera, tornò con un telefonino ed un caricabatterie e gli disse:
"E il tuo telefonino, sono certa che dentro ci sono immagini di voi."
* * *
Alec era lì circondato dalla sua famiglia con il telefonino in mano dove avrebbe trovato foto, video della sua vita precedente, doveva caricarlo, ma non sapeva dove, poi voleva controllarlo da solo, ma non aveva un posto dove andare.
Maryse comprendendo il desiderio di suo figlio disse:
"Izzy per cortesia fai venire Lorenzo così sistemo la casa per Alec, Teo e Jade credo che adesso abbiano bisogno di un posto dove riposare."
Izzy inviò un messaggio di fuoco e un portale si aprì dal lato del salotto.
Teo disse vedendolo arrivare:
"Un comodo mezzo di trasporto."
"Decisamente," gli rispose Robert.
Lorenzo arrivato disse:
"Buongiorno a tutti e ... Alec sono davvero felice di vederti sano e salvo, ma dimmi Maryse di cosa hai bisogno?"
"Mi svuoti quella stanza," disse indicando una porta "che adesso è un deposito del negozio e accatasta tutto nel retro della bottega poi arredalo, ci dovrebbe essere anche un letto matrimoniale smontato e un armadio e quello che manca acquistalo poi mi mandi la fattura, poi per piacere dividi in due la mia camera per farne una per Alec e arredala."
Lorenzo alzò le mani e con una magia creò un portale e liberò il ripostiglio e lo arredò con un letto ed un armadio che erano nella stanza, poi fece arrivare materasso e cuscini e rifece il letto, creò un disimpegno al posto della porta che dava alla camera di Maryse, stanza che poi divise a metà e arredò la parte che sarebbe stata di Alec.
"Sistematevi, rilassatevi un po’, voi tutti tornate all'Istituto prima che qualcuno si insospettisca e io, Max e Lorenzo indagheremo." disse Maryse.
Notes:
E qui Alec sì è finalmente riunito con la sua famiglia.
Chapter 8: Il suo lui, Magnus Bane
Summary:
Alec trova il suo vecchio telefonino e scopre foto e video di lui e Magnus. Si rende conto di quanto sia importante per lui ritrovare Magnus e decide di fare tutto il possibile per salvarlo.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Alec era ancora meravigliato dal modo in cui Lorenzo aveva sistemato la casa di sua madre, anche se lo sentiva possibile, vederlo era tutta un’altra cosa.
Era andato nella sua camera e aveva attaccato alla presa il telefonino, dopo alcuni minuti lo accese, ma si rese conto che non conosceva il pin per sbloccarlo.
Izzy che era venuta a salutarlo lo vide ed entro sedendosi sul letto accanto ad Alec.
"Non so come sbloccarlo."
"0812." Alec compose il numero ed il telefono si sbloccò e lanciò uno sguardo interrogativo a Izzy che gli spiegò:
"E’ il giorno di nascita di Magnus ed il tuo, Magnus e del 8 dicembre di trecento o quattrocento anni fa, tu sei del 12 settembre del 1989.
Alec guardò il telefonino, l'immagine di sfondo erano lui e Magnus che sorridevano e sovrimpressa c'era quella che adesso sapeva essere la runa angelica e gli disse:
"Devo essere un tipo romantico."
"Onestamente non è la prima parola che mi viene in mente pensando a te, sei leale, coraggioso e riguardo Magnus, più che romantico, direi innamorato, siete sempre stati piuttosto riservati nelle vostre dimostrazioni d'affetto, ma quello che vi univa, unisce, é unico. Anche se c'è stata un'eccezione alla vostra riservatezza."
"Quale?"
"Avevi appena conosciuto Magnus, ma per ragioni di prestigio familiare avevi deciso di sposare Lydia Branwell.”
“Una donna? Ma sono gay!”
“Lo sappiamo, ma lo ritenevi un tuo dovere verso la famiglia, ma quando eri all'altare, Magnus arrivò e si mise in mezzo alla navata senza dire una parola, prima ti scusasti con Lydia che era perfettamente consapevole della situazione, poi andasti a baciarlo, lì di fronte a tutti."
"Davvero, l'ho fatto?"
"Si! E da quel momento, a parte alcune incomprensioni, siete stati inseparabili."
Izzy quindi gli dette un bacio sulla guancia lasciandolo solo con il suo cellulare.
* * *
Adesso era solo con il telefonino sbloccato, aprì la galleria.
La prima foto che vide era il volto di un uomo che dormiva. Aveva la pelle dorata, i capelli scuri e taglio degli occhi orientale. La foto era stata scattata da una persona che gli era sdraiata accanto che poi era lui stesso. Le lenzuola erano dorate, ed era bello da togliere il fiato.
Nei sogni aveva solo visto i suoi occhi tutto il resto era sfuocato, ma vederlo, anche solo da uno schermo di un telefonino lo commuoveva e acuiva quel senso di mancanza che non lo aveva mai abbandonato.
Poi nella successiva apriva gli occhi, i medesimi che aveva sognato innumerevoli volte, il suo marchio demoniaco. Più che demoniaco era dolce.
Più avanti c'era un selfie di loro due insieme e lo stava facendo lui stesso. Vedere sé stesso in una immagine che non apparteneva ai suoi ricordi era decisamente strano. Aveva una grossa runa sul collo, la medesima che aveva visto nella foto che era nell'ingresso di questo appartamento che, se non si stesse sbagliando, avrebbe dovuto essere quella di blocco. Vederla lì gli sembrò che fosse perfetta, come se gli appartenesse.
Passò alla foto successiva, era uno scatto fatto subito dopo, era leggermente mosso ed erano loro due che si baciavano.
Magnus aveva una mano sul suo zigomo e sorridevano mentre le loro labbra erano unite.
Pensò a che cosa stessero facendo, a che cosa si stavano dicendo. C'era una cosa evidente in quello scatto, l'amore che li univa. Continuò a scorrere la galleria che era piena di Magnus, ma anche della sua famiglia.
Passò alla sezione video. Istintivamente prese un video un po’ in basso nella galleria. L'anteprima appariva essere un soffitto con un lampadario che non avrebbe sfigurato in una sala della Reggia di Versailles.
Lo aprì, stava riprendendo Magnus che diceva:
"Alec invece di registrarmi aiutami, siamo invitati ad Alicante per il party per la nomina del console Jia e sono uno stregone voglio essere perfetto," mentre provava magicamente diversi outfit.
Aveva un tono di voce dolce ed anche se lo stava bonariamente sgridando.
Lui gli rispondeva:
"Dobbiamo andare domani non oggi, invece di preoccuparti di come ti vestirai, visto che sarai comunque perfetto, dovresti prenderti cura di me," gli diceva con tono lascivo. Non si riconosceva nel modo spudorato in cui aveva parlato, era evidente che si sentiva a suo agio, talmente da provocarlo così.
Magnus a quelle parole si cambiò di nuovo per poi spogliarsi lasciandosi addosso solo le collane. Lo aveva ripreso in tutta la sua bellezza ad Alec mancò il fiato e i pantaloni gli si fecero stretti.
"Così mi piaci."
"Ritieni che possa essere un outfit adatto al invito ad Alicante?"
"No, questo é solo per i miei occhi e adesso prenditi cura di me e del mio vestiario."
Lo stregone gli sorrise ed inviò una magia verso di lui spogliandolo, mentre il telefonino fu gettato sul divano e la telecamera continuava a riprendere il soffitto. Sentì lui stesso sorridere con una felicità assoluta.
I rumori che il telefonino aveva registrato non davano adito a dubbi su cosa stessero facendo.
Sentiva baci e poteva immaginare le carezze, sentiva i loro fiati farsi corti. Poi le frasi disconnesse "Si, ti prego…" e i gemiti e gli "ancora, di più," ed il telefonino che riprendeva il soffitto che si muoveva a ritmo delle loro spinte, finché divennero più corte e veloci. E sé stesso che diceva "Sono così vicino, di più Magnus ti prego," con un tono in cui non riusciva riconoscersi poi ancora spinte ed un urlo seguito da loro che dichiaravano il loro amore.
Era certamente un video registrato per caso e non poteva sapere se lo avesse tenuto volutamente o se semplicemente non ci avesse fatto caso, in ogni caso Alec si era sentito imbarazzato ed eccitato a sentire quel video, sentendosi un intruso nei suoi stessi ricordi, non si riconosceva in quel ragazzo spudorato, ma era chiaro che una relazione è fatta anche di piacere fisico di donare e donarsi piacere. Con i suoi ricordi gli avevano tolto anche questo, non si ricordava che cosa volesse dire condividere il letto con qualcuno, anche se in un certo senso ne era comunque consapevole.
Sapeva solo una cosa. Rivoleva tutto, i suoi ricordi per essere di nuovo quel ragazzo e Magnus fra le sue braccia.
* * *
Alec era ancora a controllare il suo telefonino, quando Maryse lo chiamò per cena. Al tavolo c'erano già seduti Max, Jade e Teo, lui si sedette fra suo fratello e Jade, mentre sua madre serviva una minestra.
C'era un silenzio un po’ imbarazzato, come se nessuno sapesse cosa dire, finché Max non intervenne:
"Anche se non ricordi, credo che certe sensazioni rimangano e mi chiedevo come ti sei adattato al mondo mondano?"
"Difficile da spiegare, ma percepivo che quel mondo non fosse mio, mi era in un certo senso estraneo."
"Ma si è adattato, anche se è sempre apparso molto più responsabile, serio come se fosse più adulto della sua età anagrafica," disse Jade.
"Beh! E’ piuttosto logico, i Nephilim devono difendere il mondo dai demoni e sin da piccoli vengono educati a questo," osservò Maryse.
"Abbiamo anche pensato che potesse essere un Amish per il fatto che si intuiva che fosse cresciuto in un mondo particolare, ma onestamente c'erano degli aspetti che differivano perché anche se non sapeva usare le pistole, fucili, sapeva certamente difendersi," aggiunse Teo.
"Alla fine mi sono adattato anche con l'aiuto di Jade e Teo."
"Noi ti abbiamo dato un aiuto, ma il grosso lo hai fatto tu, la tua forza di volontà il tuo impegno," disse Teo.
Alec abbassò lo sguardo imbarazzato e Jade disse:
"I complimenti lo imbarazzano."
"Non è cambiato, è sempre stato così" aggiunse Maryse.
Dopo cena Max aveva tirato fuori il suo tablet e aveva fatto vedere un file ad Alec sulle persone che potevano avercela con lui, spiegandogli i dettagli di ogni persona sulla lista per vedere se anche senza ricordi poteva dargli delle indicazioni.
"Non lo so, ma per esperienza personale, a volte sono le persone che in teoria dovrebbero stare dalla tua parte ad avere più risentimento e non lo so in mezzo a tanti Nascosti, forse potrebbe essere proprio l'unico Shadowhunter Raj Katri," osservò Alec alla fine.
"Potrebbe essere, mi hai dato una persona da cui iniziare."
Alec voltandosi notò che Jade e Teo si erano allontanati mentre era preso a parlare con Max e decise di raggiungerli perché, anche se era felice di aver ritrovato il suo passato, loro erano la sua famiglia, l'unica che ricordava e voleva che fosse chiaro li voleva nella sua vita. Erano seduti nella loro camera sul divanetto che era sul fondo del letto e stavano leggendo, Alec si sedette in mezzo a loro lasciandosi abbracciare.
"Come stai?" gli chiese Jade.
"Onestamente? Non lo so. Loro sono felici di vedermi e mi vogliono bene, ma io non li conosco e non posso ricambiare allo stesso modo e, anche se non dovrei, mi sento in colpa."
"Alec, loro ti vogliono bene per la persona che sei e non per quanto ricambi i loro sentimenti, lo sai. Non ti tormentare."
"E sul telefonino hai trovato qualcosa di utile alle indagini?"
Alec abbassò lo sguardo, imbarazzato, non aveva neppure cercato indizi, aveva solo aperto la galleria e quel video lo aveva guardato e riguardato.
"Em… no, ho solo guardato la galleria!"
"Immagino che finalmente tu abbia visto questo Magnus."
"Si… è così bello e la galleria è piena di lui, è chiaro quello che ci univa. Ero diverso, senza i miei ricordi non sono più lui."
"Oltre a toglierti il tuo passato, ti hanno tolto qualcosa di te," disse Teo.
"Ma in che modo eri diverso?" Chiese Jade.
"Beh… essere in una relazione stabile… ero, come dire, più spudorato, con lui ovviamente."
"È normale quando ami e sei amato sai cosa vuoi e agisci di conseguenza."
"E' come se non mi riconoscessi, almeno in modo parziale, è così strano. Dicevo cose… "
"In che senso?"
"C'è un video dove riprendevo Magnus e poi e rimasto lì aperto mentre, insomma… si sentiva tutto."
"Alec lo amavi, anzi lo ami e lo esprimevi con tutto te stesso, è giusto e perfetto così. Ma mi sembra di aver capito che dovrebbero riuscire a ridarti i tuoi ricordi…"
"Ho paura anche di quello e se avessi fatto cose sbagliate?"
"Tutti ne facciamo, non preoccuparti."
Teo e Jade erano esattamente le persone di cui aveva bisogno, riuscivano a sostenerlo, capirlo. Come avevano sempre fatto dal primo momento che era entrato nella loro vita.
Notes:
Onestamente mi è piaciuta l’idea di un Alec più aperto con Jade e Teo rispetto allo Shadowhunter che è, come se essere un mondano senza tutte quelle responsabilità e con due persone diverse potesse agire più liberamente.
Chapter 9: Prove
Summary:
Alec e la sua famiglia raccolgono prove per scoprire chi sia responsabile della sua derunizzazione e della scomparsa di Magnus.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Appena tornato in camera, aveva preso il telefonino, quello della sua vita da mondano e aveva chiamato il suo collega che gli rispose:
"Alec hey, non mi aspettavo che mi chiamassi, ti sei divertito a New York?"
"Si è una meraviglia. Ma ti ho chiamato per dirti che qui ho incontrato una persona del mio passato e … insomma devo risolvere una faccenda privata, devo prendermi un paio di giorni, ho già lasciato un messaggio alla segreteria del boss."
"Ma stai bene?"
"Si, si Trevor, tranquillo poi non sono solo, sono con mamma e papà."
"Bene, prenditi cura di te."
"Sicuro, ciao!"
"Ciao."
Gli sarebbe mancato il suo collega, lo sapeva che non sarebbe stato facile, ma avrebbe provato a coinvolgerlo nella sua nuova vita.
La mattina successiva dopo aver fatto colazione, aveva preso il telefonino quello della sua vita precedente e, come aveva imparato facendo il poliziotto, iniziò a controllarlo con attenzione per trovare qualsiasi indizio che portasse a chi fosse responsabile di quello che gli era successo.
Aveva controllato le e-mail ma c'erano solo contatti ufficiali con Alicante o altri istituti, nei messaggi invece non c'era niente di particolare, erano sostanzialmente messaggi privati. Alcuni con Izzy e Jace erano davvero divertenti, si vedeva che andavano molto d’accordo. Quelli con Magnus erano generalmente scherzosi o riguardavano aspetti pratici, ma sempre dolci. Come uno degli ultimi che gli aveva mandato Magnus e diceva "Amore mio è tardi quando arrivi? La cena fredda non è affatto un problema ci penso io, ma non ti puoi stancare troppo dato che devi prenderti cura di me.”
“Perché non mi posso stancare? Che cosa dovrei fare?” Gli aveva risposto evidentemente con l’intento di provocarlo.
“Non fare. Farmi…"
Dopo averlo letto apri con un sorriso sulle labbra la rubrica delle chiamate, notò subito che ne aveva solo un paio che provenivano da numeri che non erano in rubrica.
Aveva bisogno di qualcuno probabilmente Max sarebbe stato il più adatto si guardò intorno e notò che la casa era silenziosa e che probabilmente tutti erano nel negozio, quindi scese e affacciandosi, vide sua madre che parlava con Jade e Teo. Maryse si girò verso di lui e gli chiese:
"Dormito bene?"
"Ci ho messo tanto ad addormentarmi, tanti pensieri."
"Almeno hai riposato fino a tardi. Vengo su a farti colazione."
"Non ti preoccupare ho già fatto, ho trovato un paio di chiamate da numeri che non erano in rubrica, forse vale la pena controllare."
"Mando un messaggio a Max e lo faccio venire."
* * *
Appena Alec era tornato nell’appartamento, Max era arrivato attraverso un portale.
Sapeva che era stato lontano oltre cinque anni e si chiedeva com'era suo fratello che, chiaramente essendo il più giovane, lo aveva lasciato che era un ragazzino e gli chiese:
"Hai una foto con me?"
"Certo che ce l'ho, perché?"
"Sei il fratello più giovane e onestamente credo che Izzy e Jace siano sostanzialmente i soliti ma tu… mi chiedevo com'eri?"
Max prese il telefonino dalla sua tasca e scorse la galleria gli mostro una foto di loro, erano in un luogo che non conosceva, o meglio che non si ricordava più, erano in piedi in un corridoio in pietra.
"La foto la fece nostro padre un mesetto prima della tua presunta morte."
"E dov'eravamo?"
"All'Istituto di Los Angeles, lo dirige nostro padre, ogni tanto venivi anche solo per un saluto."
"Sei cambiato tanto, come sospettavo."
"In effetti, ma mettiamoci al lavoro."
Si sedettero, in salotto e Max aprì il suo tablet e disse:
"Alec mostrami quei numeri di telefono così vediamo di capire a chi appartenevano."
Alec gli dettò il primo e Max attraverso il data base dell'Istituto di Los Angeles fece una ricerca e poco dopo disse:
"Questo è un numero mondano segnalato come spam."
"Praticamente mi contattarono per vendermi qualcosa."
"Si, adesso cerchiamo il secondo," disse Max mentre Alec glielo dettava.
"Questo… vediamo… Bingo è dello stregone Nicol Fres. Ma … qui c'è poco su di lui… avviso Lorenzo vediamo se lui attraverso il Labirinto scopre qualcosa di piu."
Ed inviò un messaggio di fuoco mentre Alec gli chiedeva:
"Che cosa sarebbe questo Labirinto?"
"Praticamente è la sede centrale degli stregoni."
"E com'è?"
"Non ne ho nessuna idea, nessun Shadowhunters è mai stato lì."
In quel momento si aprì un portale da cui arrivò Lorenzo e disse:
"Sono venuto subito, perché è stato piuttosto semplice scoprire qualcosa su questo Nicol Fres, è bastato fare una telefonata alla redattrice di Gossip dal Labirinto."
“E cosa sarebbe?" chiese Alec.
"Un giornale di gossip che parla in particolare degli stregoni," spiegò Max e lo stregone continuò spiegando:
"Comunque, mi ha detto che aveva debiti con tanti Nascosti, alcuni anche molto pericolosi e che più o meno intorno alla tua scomparsa saldò tutto."
"Quindi è probabile che lo abbia fatto su commissione?" Chiese Alec.
"Quasi sicuramente."
"Ma è possibile tracciare i pagamenti come fa la polizia... normale."
"Mondana?"
"Si."
"No, ma attraverso il suo telefonino di cui abbiamo il numero possiamo tracciare i suoi spostamenti nel giorno della tua scomparsa," spiegò Max.
"E confrontandolo con i miei, che certamente avete nel vostri file e con il luogo dove sono arrivato a Denver, potreste avere delle prove."
“Esattamente,” disse Max.
"Prove potrebbero essere abbastanza per arrestarlo o fermarlo per interrogarlo," concluse Lorenzo.
I tre si misero a confrontare gli spostamenti di Nicol Fres con quelli di Alec e scoprirono che si erano incontrati in Central Park a New York e poi con un portale avevano raggiunto Denver, poco lontano da dove era stato trovato da Teo.
“Adesso che abbiamo delle prove credo che il modo più veloce per trovare Fres sia che vada al Labirinto per avere la collaborazione degli altri Stregoni. Mi basterà una dichiarazione di Alec su quello che abbiamo scoperto per arrestalo,” osservò Lorenzo.
"Credo che sia l'opzione più sensata," disse Max.
"Se mi date carta e penna vi scrivo la dichiarazione," disse Alec.
"Non c'è bisogno basta che mi spieghi che cosa ti è successo e porterò questa particolare memoria al Labirinto come prova," spiegò Lorenzo.
"Va bene."
Alec quindi iniziò:
"Negli ultimi cinque anni quando tutta la mia famiglia ed i miei amici mi credevano morto, ho vissuto a Denver senza memoria del mio passato, non mi sono mai arreso e ho sempre provato a ritrovare il mio passato, una serie di indizi mi hanno portato a New York, dove da pochissimo ho ritrovato la mia famiglia. Abbiamo appena capito che lo stregone Nicol Fres è responsabile della mia scomparsa e di avermi cancellato i miei ricordi. Siamo arrivati a questa conclusione perché nel mio telefonino vecchio, che mia madre aveva conservato…" In quel momento intervenne Max spiegando:
"Fu trovato accanto a quello che credevamo il cadavere di Alec," poi Alec riprese:
"Nel telefonino ho trovato due chiamate ricevute da numeri che non avevo in rubrica e abbiamo scoperto che una era dello stregone Nicol Fres. Attraverso il controllo incrociato dei miei spostamenti con Fres, abbiamo capito che ci eravamo incontrati a Central Park e che poi lui con un portale mi portò a Denver, città dove sono stato ritrovato. Devo aggiungere altro?" Disse guardandosi intorno.
"No mi sembra perfetto, vado subito al Labirinto."
Notes:
Il passato di Alec comincia a prendere forma cominciamo a capire che cosa gli possa essere successo
Chapter 10: Parabatai
Summary:
Non credo di dover dire molto su questo capitolo, credo che il titolo dica già abbastanza
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Erano passati alcuni giorni dalla partenza di Lorenzo per il Labirinto e lo stregone li aveva aggiornati sommariamente con dei messaggi di fuoco. Sapevano solo che le indagini procedevano.
Alec in questi giorni si era fatto raccontare tutto della sua relazione con Magnus da sua madre e le parole risuonavano ancora nella mente "Non ero molto positiva all'inizio… no, non sono mai stata bigotta, avevo delle riserve su una relazione con uno stregone.” “Come mi hai rivelato di essere gay? Hai lasciato l'altare Lydia per andare a baciare a Magnus.”
Ma la cosa che gli aveva fatto capire che sua madre era una brava persona, era la sincerità nello spiegargli i suoi errori “Da giovane credevo che essere una Shadowhunter mi rendesse migliore dei Nascosti, ma quando mi hanno derunizzato ho capito. Tanti Nascosti che avevo guardato dall'alto in basso mi accolsero a braccia aperte, Magnus compreso. Vederti felice con lui, il modo in cui lo guardavi e ti guardava, mi resi conto che quello che volevo era la tua felicità e Magnus lo era. Lo è."
In quel momento Jace lo distolse dalle sue riflessioni entrando nell’appartamento e dicendo:
"Alec dove sei?"
Alec si alzò dal letto e lo raggiunse in salotto, suo fratello gli disse:
"Lorenzo mi ha appena avvisato, Nicol Fres è stato arrestato ha appena vuotato il sacco."
"Ma non doveva avvisare me?"
"Scusami mi sono fatto promettere che te lo avrei detto io, scusami, comunque questo Nicol Fres fu pagato da Josephine Starcklight la fidanzata di Raj Katri, uno Shadowhunters che punisti per insubordinazione.”
“Fammi capire sta tizia mi ha fatto tutto questo perché punii il suo fidanzato?”
“Non fu tanto la punizione, è che per quello saltò il matrimonio, poi Raj la lasciò definitivamente. Lei ha dato la colpa a te per tutto quello che le è successo e avrebbe dovuto ucciderti, ma Nicol ha detto che non ha potuto e, dato che conosceva un fratello silente ti derunizzarono."
"Ma la runa parabatai che non è derunizzabile come fecero?" Chiese Alec.
"Usarono un trucco, prima ti cancellarono la memoria in modo da togliergli il ricordo del nostro legame e indebolendolo dal tuo lato e poi un fratello silente Benjamin ha fatto qualcosa prima di usare il derunizzatore ma Nicol non è stato in grado di spiegarlo, poi ha semplicemente cancellato tutte le altre."
"Ma almeno lo hanno preso?"
"No, perché si è suicidato ed il Clave non sa che sei vivo e preferisco avere questo vantaggio. Lorenzo ha recuperato i tuoi ricordi e… se volessi verrebbe qui per restituirteli anche adesso."
"Avvisa Lorenzo che può venire. Sono pronto."
Jace inviò un messaggio di fuoco e dopo pochi attimi gli arrivò la risposta:
"Un paio di minuti e viene."
"Vado giù ad avvisare mamma, Teo e Jade," disse Alec mentre scendeva in negozio, fortunatamente non c'erano clienti e quando gli fu vicino gli disse:
"Lorenzo ha recuperato i miei ricordi, appena potrà venire me li restituirà."
"Chiudo il negozio," disse Maryse mentre andava alla porta per girare il cartello su "Torno subito" e andarono tutti nell'appartamento.
Quando tornarono su Lorenzo era già in salotto.
"Bene eccoti qui!" disse lo Stregone rivolgendosi ad Alec per poi continuare:
"Allora Alec la procedura è piuttosto semplice, magicamente ti restituirò i tuoi ricordi, non ci sono particolari problemi perché sono parte di te. Potrebbe essere emotivamente pesante, ma non sei solo."
"Bene."
Alec e Lorenzo si sedettero sul divano Lorenzo gli disse:
"Appoggia la schiena al divano, chiudi gli occhi e rilassati," Appena Lorenzo vide che era completamente rilassato con un movimento delle mani inviò una magia verso la sua testa.
Per Alec fu come quando ti ritorna in mente una cosa che cercavi di ricordare, ma in questo caso non era una piccola dimenticanza erano vent’anni di vita. Se un ricordo fosse stato una goccia quello che arrivò nella sua mente era come un fiume piena.
La prima cosa che vide furono due occhi di gatto, il marchio del suo uomo. Poi Jace ed Izzy il giorno che portarono a casa Max. La cerimonia per la sua prima runa e quella con Jace della parabatai. E poi tutto il resto. L'incontro con Magnus il suo primo bacio in mezzo alla navata. La sua prima volta fra le sue braccia, di primi litigi. E poi Magnus che andava a Edom per salvare tutti.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime, Jace si accovacciò davanti a lui e lo prese fra le sue braccia.
Adesso tutti i ricordi erano arrivati improvvisi e si era reso conto che la mancanza che aveva sempre provato era sì per tutto quello che gli era stato strappato, ma soprattutto era Magnus.
Jace era lì pronto a sostenerlo perché lo capiva meglio di chiunque. Suo fratello sapeva come ci si sentiva quando perdi qualcuno che ami così profondamente, lo aveva provato quando aveva creduto Clary morta.
Alec, poi solo in quel momento poteva percepire veramente il loro legame Parabatai spezzato ricordandosi com'era. Ma Jace era lì per lui.
Ci mise qualche minuto a calmarsi e quando si staccò da Jace notò subito che mancavano Jade e Teo e chiese a Maryse:
"Dove sono?"
"Nella loro camera."
"Grazie mamma," gli disse andando da lei per darle un bacio sulla guancia.
Bussò e appena si accomodò appena lo invitarono ad entrare.
Erano seduti sul divanetto e si tenevano per mano e Alec gli disse:
"Adesso so chi sono e se mi volete ancora vi vorrei nella mia vita."
Teo e Jade andarono semplicemente ad abbracciarlo.
* * *
Alec era tornato nel salone rassicurato dopo aver parlato con Teo e Jade. Lui adesso sapeva chi era, ma nella sua vita da mondano aveva trovato persone speciali che non intendeva perdere.
Jace era in piedi, solo, che lo aspettava con lo stilo in mano, anche se non avevano ancora la runa parabatai, sapeva che la teneva in mano nella speranza che si sentisse pronto a disegnarsi le rune, lo guardò e gli disse:
"Dammelo"
E Jace consegnandoglielo gli disse:
"E' il tuo."
"Lo so, per l'Angelica?" Disse mentre metteva lo stilo in tasca.
"Avevo preavvisato Fratello Zaccaria se vuoi potrebbe venire anche adesso."
"Ti sono mancato eh!"
"Molto."
"Fallo venire."
Poco dopo aver inviato il messaggio, qualcuno bussò al negozio, Jace scese sapendo che era certamente il Fratello Silente, Alec nel frattempo aveva tirato su la manica sinistra della sua maglia, le rune le rivoleva esattamente dov'erano prima.
"Sono felice di vederti Alec," gli disse Zaccaria nella sua mente.
Alec gli porse il retro del braccio sinistro e il Fratello Silente gli disegnò la runa angelica proprio sotto il gomito, fu come sempre leggermente doloroso, ma risentire in lui il potere angelico cancellava ogni fastidio.
Alec chiese:
"Per la parabatai? Dobbiamo rifare la cerimonia con i tempi che questa richiede?"
"No, vi fu tolta contro la vostra volontà, basterà che vi ridisegnate le rune ripetendo la formula prevista."
"Non serve che sia presente qualcuno?" Chiese Jace.
"No, non serve, io vado." rispose Fratello Zaccaria poi quando arrivò alla porta si voltò e disse:
"Riporterai Magnus a casa?"
"Ci puoi contare."
"Lo sai che non sarà semplice."
"Lo so, ma per me è…"
"Lo so Alec," e uscì.
Aveva un vuoto in sé, sapeva che il legame con Jace sarebbe stato ristabilito fra pochi minuti, ma quello con Magnus no. Gli mancava la sua voce, le sue batture argute, come gli parlava quando erano soli nel loro letto, il suo sguardo, come lo osservava, come i suoi occhi accarezzavano il suo corpo quando si spogliava per lui. Gli si spezzò il fiato solo a pensarlo. Jace gli appoggiò la mano sul suo braccio riportandolo alla realtà.
Prese lo stilo dalla sua tasca e andò in camera sua, si tolse la maglia e si mise davanti ad uno specchio, non aveva certo bisogno di vedersi per ridisegnarsele, ma aveva bisogno di vederle su di sé.
La prima che disegnò fu quella di blocco sul suo collo, era come se lo definisse, amava vederla lì visibile, poi, stamina, Iratze e tutte le altre una dopo l'altra.
Poi chiamò Jace.
Jace entrò e si tolse la maglia e insieme dissero dandosi la mano:
“Non insistere perché ti abbandoni
e rinunci a seguirti,
perché dove andrai tu andrò anch’io,
e dove ti fermerai mi fermerò.
Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio.
Dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolto.
l’Angelo faccia a me questo e anche di peggio
se altra cosa che la morte mi separerà da te."
E mentre pronunciavano per la seconda volta quella promessa, si disegnarono l'un l'altro la runa parabatai una luce li avvolse e in loro il legame riapparve.
Erano di nuovo completi e si abbracciarono commossi, Jace si sentiva di nuovo completamente sé stesso a differenza di Alec che aveva ancora un vuoto in sé e quel vuoto era il suo uomo.
Doveva riportarlo da lui.
Notes:
Finalmente grazie a Lorenzo che ha recuperato i ricordi di Alec torna sé stesso insieme al suo legame con Jace
Chapter 11: Spiegare
Summary:
Alec viene aggiornato da Maryse, Clary e Simon su quello che è successo nel mondo nascosto e su Magnus.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Era rimasto solo con il suo parabatai nella sua camera, non avevano parlato molto, Alec aveva bisogno di tranquillità per riprendere le fila della sua vita, Jace aveva bisogno di stargli accanto come per rassicurarsi che era tutto vero. Si ricordava fin troppo bene cosa significasse non aver Alec e la loro runa parabatai.
Quando tornarono nel salotto Maryse disse a Jace:
“Clary mi ha avvisato che Aldertree ti cercava, sarebbe meglio che tu rientrassi."
"Va bene" rispose Jace, si girò verso il suo parabatai lo abbracciò e gli disse:
"A dopo."
Jade, che era in disparte con Teo accanto, disse ad Alec:
"Ti sta veramente bene quella runa che hai sul tuo collo, ti rende… misterioso. Qualsiasi persona normale penserebbe ad un tatuaggio e cercherebbe di comprenderne il significato."
Alec sorrise a quelle parole.
"Come stai? Deve essere stato traumatico avere tutti quei ricordi insieme. " gli chiese Teo.
"Fisicamente bene, davvero bene, emotivamente direi che sono destabilizzato, ma non sono solo."
"No, non lo sei," gli rispose Teo.
"Che cosa intendi fare adesso?" Gli chiese Maryse.
"Rivoglio Magnus, non ho idea di come fare, ho bisogno di vederlo, ma non posso andare a Edom e poi anche se trovassi un modo che faccio? Lo riporto qui rischiando che lo squarcio si riapra?"
"Ci sono altre cose che devi sapere Alec, non ho potuto dirtelo prima perché, non ci conoscevi, e non ti ricordavi e sarebbe stato difficile spiegarti …"
"Lo capisco mamma, ma adesso dimmi."
"Faccio venire Clary e Simon appena sono qui ti spieghiamo tutto," e inviò due messaggi dal suo telefonino.
"Perché non me lo spieghi tu?" disse impaziente.
"Perché loro sono stati a Edom a hanno visto Magnus," poi gli arrivò una notifica sul telefonino e continuò:
"Sono quasi arrivati, Jace sapeva che avresti voluto sapere e gli aveva già detto di venire."
"Bene."
"Intanto ti aggiorno sui pessimi cambiamenti che sono avvenuti al Clave in questi anni. Prima di tutto il conservatore Leonard Goldblossom è il Console."
"Ma com'è possibile? È un bigotto!"
"Usarono la tua presunta morte e quella di altri Shadowhunter per mostrare la pericolosità dei Nascosti, prima hanno passato una legge che vietava ai Nascosti ad entrare negli Istituti, se non su espressa richiesta del capo dell'Istituto."
"Immagino solo gli stregoni ne abbiano accesso, perché i loro poteri fanno comodo."
"Esattamente! E hanno nominato una serie di bacchettoni a capo di diversi istituti, se non è scoppiata una guerra è solo grazie agli sforzi di Jia, di Luke, Lorenzo e Griffin il leader dei Vampiri di New York."
"Assurdo!"
"Già… e il peggio è che adesso le relazioni fra Nascosti e Shadowhunters sono vietate."
"Vuoi dire che se ritrovassi Magnus non potrei stare con lui?"
"Dovresti essere derunizzato! E lasciare gli Shadowhunter."
"Di nuovo! E Izzy con Simon?"
"Si vedono di nascosto."
In quel momento il telefono di Maryse squillò rispose e poi disse:
"Sono davanti alla porta del negozio vado a prenderli."
"Alec vuoi qualcosa di caldo? Una Tisana?" Gli chiese Jade evidentemente preoccupata per lui.
Alec sapeva che c'erano rune che lo avrebbero aiutato a gestire lo stress, ma sentire di potersi appoggiare a Teo e Jade, che poteva contare su di loro, gli dava la forza di cui aveva bisogno e gli rispose:
"Si grazie, Jade."
* * *
Il rumore di due tacchi che salivano le scale anticipò l'arrivo di Clary che, entrata, andò da Alec e lo abbracciò:
"Jace mi ha detto che adesso ti ricordi, ma come stai?"
"Bene, diciamo."
"Ti manca," non era una domanda era un'affermazione e non serviva dire chi, lo sapevano.
"In un certo senso mi è sempre mancato, ma adesso essendo consapevole di cosa eravamo, siamo l'uno per l'altro, non è facile."
"Adesso io e Simon ti spieghiamo, ma Alec non sarà facile e non solo per lo squarcio, ma per com'è Magnus adesso."
"Dimmi."
"Circa un anno dopo la tua presunta morte, arrivò all'istituto una strega Tara figlia del demone superiore Azazel. Cercava protezione, perché suo padre voleva portarla con lui nel Duduael."
"Dove lo spedii io quando scambiò Valentine con Magnus."
"Esattamente, abbiamo provato a proteggerla qui, ma Azazel continuava a fare incursioni qui e stava diventando un problema serio. Oltre quattro anni fa ci fu una esplosione in un magazzino a Brooklin…"
"Si, morirono una decina di persone, non fu un esplosione di gas allora?"
"No, fu Azazel furioso di non aver catturato Tara. L'unica soluzione era spedirla in un posto dove non potesse raggiungerla e noi pensammo di spedirla a Edom, lei era d’accordo, ma dato che Azazel era stato tutt'altro che amabile, sia con Magnus che con Asmodeus nei secoli, aveva paura che arrivata lì non venisse accolta."
"Paura piuttosto infondata," osservò Alec che conosceva molto bene Magnus.
"In effetti si, avevamo pensato a farla accompagnare da Lorenzo, ma visti i pessimi rapporti con Magnus era fuori discussione. Eravamo in un vicolo cieco."
"E come facesti ad accompagnarla a Edom, come Nephilim non potresti."
"Ebbi una visione e creai la runa dell'alleanza con cui mi unii a Simon e l'accompagnammo a Edom in modo che vedendoci avrebbe creduto alla sua storia. Inoltre, ci sembrava corretto che sapesse della tua morte."
Proseguì Simon, stranamente molto serio:
"Quando arrivammo, non so cosa ci aspettassimo, ma non certo quello che vedemmo. Magnus aveva come una corte intorno a lui, persone che gli chiedevano favori e lui li trattava… come se fossero esseri inferiori, non si ricordava di noi. La ragazza l'accolse, perché attraverso i suoi informatori aveva avuto conferma della sua storia."
A quel punto Clary riprese:
"Abbiamo capito che in Edom il tempo passa diversamente e per lui non sono passati cinque anni ma millenni, non si ricorda del periodo trascorso con noi a New York, Edom è sempre un inferno e vivere lì lo ha contaminato."
"Praticamente adesso io per lui non sono nessuno."
"Alec, lo sai che Magnus farebbe…"
"Si, avrebbe fatto di tutto per me, la verità è che, se lui è cambiato la colpa è nostra, del fatto che non riuscimmo a proteggere Alicante. Lui si è sacrificato per tutti. Non mi interessa quanto sarà difficile, devo salvarlo, voglio andare da lui."
"Simon mi accompagneresti?"
"Certo che sì!"
"Alec dovresti portare con te qualcuno che possa aiutarti a risvegliare i ricordi di Magnus, qualcuno di vicino a Magnus." intervenne Maryse.
"Hai ragione! Catarina sarebbe perfetta!"
"La chiamo io e le spiego tutto, non sa neppure che sei vivo," disse Clary mentre prendeva il telefonino dalla sua tasca e contattava la strega.
Doveva funzionare, non poteva pensare di lasciarlo lì, esposto al male che lo contaminava.
Non poteva immaginare una vita senza di lui, senza le sue battute sagaci, senza il suo sguardo lascivo su di lui quando lo desiderava, senza averlo nel suo letto, nel suo corpo.
Notes:
E adesso Alec ha una sola missione riportare a casa il suo uomo.
Chapter 12: A Edom
Summary:
E adesso vediamo che cosa succede a Edom
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Catarina non aveva perso tempo, appena aveva saputo che Alec era vivo e che voleva andare da Magnus, si era presentata nell’appartamento di Maryse.
Sperava che rivedere l'uomo che amava gli avrebbe risvegliato la memoria, visto che anche lei era andata da Magnus qualche mese dopo la sua partenza a Edom e aveva visto che già allora era profondamente cambiato.
Clary fece loro la runa dell’alleanza legando la strega ad Alec e poi, con un portale, raggiunsero Edom.
Arrivarono in quello che appariva essere un deserto, ma il cielo era rosso come lo era la terra. Catarina si guardò intorno cercando in che direzione andare e disse:
"Google Maps sarebbe utile."
"Decisamente. Ma dove sarà?"
"Non ti preoccupare mi sono organizzata, ho portato con me questo ciondolo, che mi regalò Magnus dovrebbe aiutarci a trovarlo."
"Bene"
"Lo sai che non sarà facile, Edom, come tutti gli inferni, lo ha corrotto, venni non molto dopo che era qui, si ricordava vagamente di me, ma era già cambiato,"
"In che modo?"
"Sai Magnus è certamente uno a cui piace apparire, ma quando sei sotto la sua ala farebbe di tutto per proteggerti, Edom gli ha portato via i suoi buoni sentimenti lasciando l'apparenza."
"Non sarà facile, ma non mi arrenderò mai."
"Lo sai che voglio bene a Magnus come fosse un fratello, ma potrebbe non essere più lui. Non tornai più e adesso per lui sono passati millenni."
"Troverò un modo."
"E io farò di tutto per aiutarti."
In lontananza videro un castello e Catarina osservò:
"Magnus è lì, quando venni la casa era piccola senza tetto, questa sembra un reggia, lugubre, ma pur sempre una reggia."
"Magnus ha sempre amato le cose belle, vestirsi con cura, ma non mi sembrava tipo da reggia."
"Edom ha estremizzato le sue caratteristiche, facendolo diventare la versione esagerata di sé stesso."
In quel momento arrivarono all'ingresso ed entrarono.
Erano in un salone con a terra marmi rossi e neri e tappeti, Magnus era su un trono d'oro e guardava due streghe che stavano combattendo e Magnus disse:
"La prima che sviene cede il posto a… Damien?"
E qualcuno disse "Daniel..."
"Sì, si Daniel che ha battuto Dana nel girone precedente."
"Il premio è sempre il solito vi scopo e sarete nelle mie grazie per finché non mi stufo."
Era truccato pesantemente, e i suoi veri occhi invece che dorati erano rossi. Non aveva la camicia ma solo delle collane e dei pantaloni in pelle strettissimi.
Appena li vide disse:
"Oh! Abbiamo degli ospiti, una strega e nientepopodimeno che uno Shadowhunters vivo e vegeto."
Alec si fece avanti:
"Magnus noi ci conosciamo sono qui per…"
"Per avere udienza dovrai combattere."
"Io voglio solo parlarti, magari in privato."
"Nessuno entra nella mia camera se non per una bella scopata, o è questo che cerchi?"
Alec non sapeva come gestire cosa dire a questo Magnus. Intervenne Catarina e gli disse:
"Magnus io e te siamo amici da tanto tempo lascialo parlare."
"Davvero un amica speciale hai aspettato talmente tanto tempo che non ho idea di chi tu possa essere."
"Magnus sono venuta ma lo sai che il tempo…"
"Non mi interessa…"
Alec si fece avanti e andò senza paura da lui e gli disse:
"Magnus noi ci conoscemmo e ci innamorammo, non sono venuto prima perché …"
Magnus lo bloccò magicamente zittendolo.
Alec non oppose resistenza e Magnus gli si avvicinò:
"Non so neppure che cosa sia l'amore è una cosa che non mi appartiene più. Anche se stai dicendo la verità non sono più lui. Il tuo Magnus non c'è più. Puoi andare."
"Magnus, non mi posso arrendere, sei l'uomo della mia vita, tu sei venuto qui chiudendo una breccia fra quest'inferno e Alicante, salvando tutti noi Shadowhunter."
"Vuoi dire che sono qui perché ho salvato te e tutta la tua razza… e sono bloccato qui per voi?" Dalla voce si capiva che era furioso.
"Nessuno ti costrinse…"
"Perché ero un idiota, se volessi renderti utile magari potresti soddisfarmi aprendo le tue gambe per me. Magari scoparti potrebbe risvegliare i miei ricordi."
"Magnus …"
"Qui sono il Re, conta solo quello che voglio io e dato che mi devi qualcosa visto che sono bloccato qui perché vi aiutai, o mi soddisfi o te ne vai."
Gli si avvicinò e lo bloccò legandogli le mani sopra alla testa, stava evidentemente per spogliarlo quando Catarina si avvicinò decisa ad Alec e aprì un portale riportandoli New York.
* * *
Alec si ritrovò in un salotto che non riconosceva.
Catarina gli spiegò:
"Ti ho portato a casa mia, perché ho pensato che avessi bisogno di qualche momento prima di affrontare la tua famiglia."
"Grazie Catarina, lo sapevo che non sarebbe stato facile ma …" e abbassò lo sguardo, era chiaro che fosse ferito e stava trattenendo le lacrime a fatica. Non era più il suo Magnus.
"Mettiti comodo io ti lascio tranquillo, poi quando te la sentirai se vorrai parleremo."
"Grazie."
La strega se ne andò e lo lasciò solo. Alec si sedette sulla poltrona e appoggiò i gomiti sui suoi ginocchi, le lacrime gli scesero silenziosamente sulle guance. Le memorie che aveva appena recuperato si facevano strada nella sua mente. Come lo guardava all'inizio del loro amore, era come se gli leggesse il conflitto che aveva dentro di lui, la prima volta che fecero pace dietro l'Hunter Moon, i suoi occhi commossi e sollevati rendendosi conto che si stavano ritrovando, le sue parole "Un uomo saggio una volta mi ha detto che per i rapporti seri serve impegno."
Più che un impegno si sentiva Davide contro Golia, tutto quello che era successo non era certo colpa sua, ma non lo avrebbe deluso, avrebbe fatto di tutto. Si asciugò le lacrime e andò a cercare Catarina, era in cucina e con lei al tavolo c'era Madzie. Appena lo vide entrare la giovane strega andò da Alec che la prese fra le sue braccia. Adesso era una bellissima giovane donna. Sin dal primo incontro con la bambina che era, Madzie aveva trovato una persona di cui fidarsi che l'aveva difesa a protetta.
"Mi sei mancato, appena ho saputo che eri vivo volevo venire da te, ma ho pensato che forse sarebbe stato troppo, tutto insieme."
"Sono felice di vederti, sei cresciuta."
"Come ti senti adesso?"
"Adesso? Ho bisogno di un piano."
"Bene allora sedetevi che ho già pensato ad un paio di cose." disse Catarina.
"Magnus non si ricorda, speravo, anche se ne conoscevo le difficoltà, che bastasse la tua presenza, ma è chiaro che non è bastata, ci vuole qualche cosa che stimoli la sua mente."
"Serve che venga io!" disse Madzie risoluta.
"Madzie, Edom è un posto pericoloso," le rispose Catarina.
"Ma ci sareste voi due e non sono più una bambina."
"Riuscirò mai a fermarti?"
"No, mamma, lo sai quanto mi sono mancati Alec e Magnus e posso solo immaginare come possa stare Alec adesso, voglio rendermi utile."
"Va bene! Alec ci sono delle cose, oggetti che hanno un significato speciale per voi due?”
"Non siamo mai stati persone da regali, ma gli feci un Omamori che acquistai a Tokio e lo teneva sempre con sé, chissà dove sarà finito."
Catarina sembrava pensierosa e poi con un movimento delle mani ne congiurò uno e disse:
"Era come questo?"
"Sì esattamente, come lo sapevi?"
"Me lo fece vedere, era felice che tu glielo avessi regalato."
"Poi… gli anelli che ci scambiammo prima che andasse a Edom… ora che ci penso, Magnus l'aveva al dito… ma il mio? Lo so che l'avevo quando mi tolsero i ricordi e anche quando trovai Teo…”
Madzie chi chiese
“Teo chi?”
“Teo e Jade sono i mondani che mi accolsero quando fui abbandonato senza memoria a Denver e hanno tenuto tutte le cose che avevo quando mi trovarono."
"Quelli che mi hai presentato quando sono venuta a casa di tua madre?" chiese Catarina.
"Si! E tutto quello che avevo quando mi trovarono dovrebbe essere da qualche parte nella casa a Denver."
"Alec se vuoi possiamo andarci per cercarlo."
"Va bene, ma dobbiamo passare da casa di mia madre devo chiedere a Jade dove sono stati messi, dato che non ne ho idea."
"Allora andiamo."
Notes:
Ebbene sì! Alec ha ritrovato Magnus, ma a causa del tempo trascorso in Edom non è più lui, ma e chiaro che non si arrenderà.
Chapter 13: A casa
Summary:
Alec decide di tornare a Edom anche con Madzie e con l’anello che Magnus gli aveva fatto quando si erano promessi, prima di lasciarlo per salvare Alicante.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Alec inviò un messaggio a sua madre per avvisarla che stavano arrivando e Catarina aprì un portale nel salotto.
Arrivati trovarono Maryse, Jade e Teo che li aspettavano.
Jade vedendo la giovane strega di colore disse rivolgendosi a Catarina:
"Questa deve essere tua figlia Madzie di cui hai accennato prima quando eri qui per portare Alec da Magnus."
"Esattamente è sempre stata molto legata ad Alec e Magnus e vuole venire ad aiutare."
“Ma com'è andata?" Chiese Teo.
"Non bene, non si ricorda."
Jade gli si avvicinò e accarezzò il suo volto e gli disse:
"Si ricorderà. Ma mi sembrava di aver capito che ci volevi chiedere qualcosa?'"
"Si Jade, quando mi trovasti avevo un anello, sai mica dove possa essere?"
"Certo che lo so! Era un bellissimo anello semplice, ma con una scanalatura centrale, è in una scatola nell'armadio in camera tua nello sportello dove appendi i vestiti."
Alec, Catarina e Madzie arrivarono nel giardino della casa a Denver, dopo che lo Shadowhunter aveva mostrato alla strega il punto esatto su Google Maps. Alec prese il mazzo di chiavi che aveva in tasca e aprì la porta che dava sulla cucina. Entrarono e Alec, seguito dalle due streghe, andò nella sua camera. Trovò subito la scatola, era dietro la borsa che usava quando andava in palestra. L'aprì dopo averla appoggiata sul suo letto, mentre Catarina e Madzie lo guardavano dalla porta.
C'erano i suoi jeans, la maglietta nera gli stivali che indossava quella sera e dentro una scatolina c'era l'anello che Magnus gli aveva dato, se lo mise subito al dito e disse:
"Torniamo a Edom, adesso sono pronto."
* * *
Questa volta erano arrivati davanti al portone, a differenza dell'altra volta c'era silenzio, Alec spinse la porta seguito da Madzie e Catarina.
Magnus era in fondo alla sala solo e stava guardando fuori dalla finestra come fosse pensieroso.
Alec gli disse:
"Sono…"
"Sei di nuovo qui? Sono qui bloccato perché avrei salvato tutti Shadowhunter e ti sei dimenticato di passare anche solo per dirmi grazie?"
Magnus aprì un portale con un movimento della sua mano per poi alzare l'altra con l'intento di gettarci Alec dentro.
Madzie si fece avanti e gli disse:
"Magnus lo so che non ti ricordi di me, poi ero una bambina l’ultima volta che ci siamo visti, ma per me sei una persona speciale, perché mi salvasti allontanandomi da persone che mi usavano per i miei poteri."
Magnus guardava quella giovane strega che gli si avvicinò e che gli prese la mano nella sua e gli indicò l'anello con cui si era promesso ad Alec.
"Ti ricordi perché porti questo anello?"
"E' solo un anello… ne porto tanti."
Madzie tenendo la mano di Magnus, si voltò verso Alec che si avvicinò e Madzie prese la mano sinistra mostrando l'anello gemello sulla mano dello Shadowhunters.
"Magnus lo sai che li creasti tu, lo so che lo puoi percepire. Come puoi percepire che è al dito di colui per cui l'avevi creato. Non credi che dovresti ascoltarlo?"
Le pupille di Magnus erano ancora rosse, ma era meno intenso e si cominciavano ad intravedere il colore dorato della sua iride.
Alec iniziò:
"Magnus non sono venuto prima perché fino a pochi giorni fa non mi ricordavo chi fossi, uno stregone Nicol Fres, su commissione di qualcuno, mi cancellò la memoria, fino a pochi giorni fa facevo il poliziotto a Denver."
Magnus lo ascoltava attento e i suoi occhi adesso erano solo rosei, le sue pupille dorate erano preminenti e aveva quello sguardo sospettoso, ma anche spaventato dallo sperare di poter avere qualcosa di più di questa vita vuota.
Alec prese dolcemente la sua mano nella sua e Magnus capì senza alcun dubbio che si appartenevano, non che ricordasse, ma sapeva che era la verità.
Magnus senza lasciare la sua mano lo portò sul divano che era lì vicino e si sedettero, Alec poi continuò:
"Come ti ho detto, venisti qui perché con una spada crearono uno squarcio fra Edom e Idris. Gli Shadowhunters sarebbero tutti morti se non fosse stato per te."
"Non mi ricordo, ma anche in questo momento lo sto controllando, non so neppure io perché ma è diventato come un’abitudine. Ma che cosa facciamo adesso, io non posso tornare. Vi metterei di nuovo in pericolo."
In quel momento entrò una strega e Magnus si voltò sentendo la sua presenza e le disse:
"Tara non mi ero reso conto che fossi qui…"
"No, scusami tu, stavo venendo e cercarti perché… sei stato strano ultimamente ed ero preoccupata e poi quando avete cominciato a parlare, insomma mi sembrava di invadere la tua privacy, ma non sono riuscita ad allontanami. Sono felice che hai ritrovato il tuo lui," e Alec intervenne:
"Tu sei la figlia di Azazel che Clary e Simon portarono qui per proteggerti dal tuo demoniaco padre?"
"Esattamente, Magnus dato che sono bloccata qui e se si riaprisse lo squarcio non solo i demoni potrebbero andare ad Alicante, ma mio padre potrebbe trovarmi, se ti fidi, potresti dare a me quest'incarico e tu potresti tornare sulla terra."
"Ma non sarà un peso troppo grande?"
"No, e poi non sono sola, sai Adak?"
"Quel bel stregone…"
"Si ci siamo promessi e se avessi bisogno invierei lui da te." Magnus si voltò verso Alec e gli disse:
"Saremo in buone mani con lei qui e noi potremmo…"
"Riprendere da dove avevamo lasciato," gli disse avvicinando la mano sul suo volto come per accarezzarlo, ma per un attimo si fermò come e se non sapesse se gli fosse concesso, Magnus lo guardava gli occhi lucidi e prese quella mano sospesa avvicinandola al suo volto, lasciandosi accarezzare.
Magnus chiuse gli occhi, quella mano grande sulla sua guancia, gli fece provare una sensazione che pensava non gli appartenesse più.
Magnus a quel punto si voltò verso Tara e le inviò una magia con cui evidentemente gli cedeva il controllo di Edom.
Poi voltandosi disse ad Alec:
"Apro un portale per New York?"
"Si nel tuo loft se ricordi dov'è."
"Non ne sono certo."
A quel punto il portale lo aprì Madzie dicendo:
"Lo so io dov'è."
* * *
Arrivati nel suo loft Magnus si guardò intorno e disse "Questo posto lo ricordo vagamente, devo averci vissuto per molto tempo e conoscendomi devo averlo riarredato diverse volte."
"L'ultima volta lo facesti poco dopo che ci eravamo conosciuti," gli rispose Alec.
Poi andò in camera e si guardò intorno e disse:
"Quella poltrona la comprai a Londra all'epoca della regina Vittoria. Si è decisamente casa mia."
Tornarono in salotto e Catarina disse:
"Io e Madzie torniamo a casa, Magnus con Alec sei in buone…" non riuscì finire la frase che qualcuno bussò poderosamente alla porta:
Alec disse:
"Mi dispiace è il mio parabatai, deve aver capito dalla mia felicità… per il fatto che insomma sono con te e mi ha trovato."
"Niente di cui dispiacersi, direi che è il caso di farlo entrare."
Notes:
Finalmente anche se è senza ricordi Alec riporta indietro il suo stregone.
Chapter 14: Il suo Magnus
Summary:
Vediamo come Alec e Magnus tornati a New York provano a ricostruire la loro vita insieme
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Alec andò ad aprire c'era Jace, ma c'erano anche tutti gli altri e Clary stava andando decisa da Magnus, ma Alec le disse:
"Non ricorda niente."
La rossa non si scoraggiò e si avvicinò allo stregone e gli disse mentre gli porgeva la mano:
"Sono Clary Fairchild, sono vissuta come mondana fino a diciott’anni, perché mia madre Jocelyn mi voleva proteggere da mio padre Valentine."
"Tu sei figlia di Valentine Morgenstern?" disse sconcertato.
"Si, se ti può consolare sono stata io ad ucciderlo."
Jace si avvicinò e gli disse:
"Io sono Jace Herondale il parabatai di Alec."
Seguirono le presentazioni di Izzy, Simon, Max e i genitori di Alec.
Alla fine, rimasero pochi minuti, dato che si erano resi conto che lo stregone era confuso e che Alec e Magnus avevano bisogno di stare soli.
Magnus era spaesato, aveva girato per tutto il suo loft, ripulendolo, riordinandolo magicamente.
Alec lo aveva osservato a distanza, quando arrivò il momento di cenare inizio:
"Vuoi mangiare qualcosa, vorresti andare ad un ristorante…"
"No, non stasera, congiuro qualcosa, che cosa ti piace?"
Era così strano sentigli chiedere cose che non conosceva più, sembrava insicuro, e gli rispose:
"Qualsiasi cosa ordinerai per te andrà bene anche per me."
"Bistecca, patate e vino?"
Alec fece un cenno di assenso e poi, dopo averci riflettuto un attimo, Magnus fece apparire la cena sul tavolino in salotto, Alec andò a spostare la seggiola per farlo sedere e si accomodò accanto a lui.
Mangiarono per un po’ in silenzio poi Magnus gli chiese:
"Parlami di noi."
"Ci siamo conosciuti, perché tu avevi tolto su richiesta della madre i ricordi di Valentine da Clary che si è presentata prima."
"La rossa? Giusto?"
"Si, comunque dovevamo recuperare i suoi ricordi e io ero con loro. Ti bastò uno sguardo per capire cosa nascondessi in me. All'epoca avevo una cotta per Jace, una cosa così sbagliata che mi faceva sentire in colpa in tanti livelli. Prima di tutto era mio fratello, si adottivo, ma pur sempre fratello, poi era il mio parabatai ed infine era un uomo. Avevi capito tutto da pochi indizi. Quello che provavo era solo ammirazione per il guerriero che è, ma all'epoca non avevo i mezzi per capire. Tu mi facesti comprendere che cos'era la vera attrazione, il vero amore. Che è una cosa completamente diversa dalla gelosia fraterna. Ma soprattutto mi hai fatto sentire in pace con me stesso, un sentimento che non conoscevo."
"Allora è iniziata perché… mi eri grato per l'aiuto che ti avevo dato?"
"No, questo è stato solo un aspetto. Vedi io credevo di sparire accanto ad uno come Jace ed invece tu vedevi solo me e anch’io, quando entravi in una stanza non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso. Mi toglievi il fiato, lo hai sempre fatto. Anche quando la relazione è diventata solida, a volte stavamo lontani per qualche giorno e quando ti rivedevo avevo nuovamente il set completo dell’uomo innamorato, farfalle nello stomaco, ginocchia deboli, sorriso idiota."
"E io?"
"Lo sai già che sacrificasti tutto per salvarci e lo so che lo facesti per quello che provavi per me. I tuoi sentimenti si vedevano specialmente nelle piccole attenzioni, se ero stanco o preoccupato mi davi il tuo sostegno, ma rispettando i miei spazi. A volte poteva essere una carezza, una mano sul fianco, ti bastava vedermi o anche per come ti messaggiavo per capire se c'era qualcosa che mi preoccupava. Eri, eravamo in sintonia."
Magnus sentiva che i sentimenti che aveva provato per lui, anche se per la sua mente erano passati millenni, erano ancora lì. Non solo era bellissimo, ma era così onesto e trasparente. Sentiva che il loro amore era unico, sapeva di aver avuto tante relazioni, ma che gli angeli avevano mandato questo dolce Shadowhunters solo per lui.
"Lo sai che non ricordo, ma sento che sei quello che ho sempre cercato. Credo di aver vissuto la tua mancanza come un tradimento, anche se adesso lo so che non ne hai colpa. Stare a Edom credo mi abbia fatto diventare la pessima versione di me e Alec quel mio lato è ancora lì ed è come un peso sulla mia coscienza."
Non si ricordava di questo premuroso Shadowhunter, ma che a Edom aveva vissuto in modo dissoluto, cercando solo la gratificazione fisica ed esteriore se lo ricordava. Si era circondato di persone che volevano solo favori da lui, favori che dava solo se ne aveva qualcosa in cambio. Il pensiero di quello che aveva fatto gli fece venire la nausea.
Alec si rese conto dello stato d'animo dell'uomo che amava e gli prese il volto fra le sue mani e Magnus aggiunse con un filo di voce:
"Ho fatto tante cose di cui mio padre sarebbe fiero,"
Alec alzò il suo volto che era rigato dalle lacrime, le asciugò e gli disse, guardandolo negli occhi:
"Magnus tutto quello che hai passato lo hai fatto solo per me, sei andato all'inferno, letteralmente e so che era il posto che odiavi di più, il posto in cui temevi di stare. Non c'è niente, assolutamente niente di quello che è successo a Edom che mi possa far cambiare i sentimenti che provo per te."
"Ho usato le persone, ti sono stato infedele…"
"Magnus non ti ricordavi, come mi potevi essere fedele se non sapevi di noi?"
"Come non faccio a farti schifo, sono stato dissoluto, mi sono fatto…"
"Magnus ti sei esposto per millenni all’influenza di Edom e sei fuori da quanto? Mezzora e sei già l'uomo che conobbi. Magnus sei l'uomo migliore che abbia mai conosciuto, quello che hai fatto pesa anche sulla mia coscienza, perché lo hai fatto per me. Ti amo Magnus. Oggi come ieri."
Alec appoggiò la sua mano sinistra sul tavolo accanto a quella dello stregone, Magnus mise la sua sopra a quella dello Shadowhunter e poi intrecciò le loro dita, appena gli anelli si toccarono una magia partì e Magnus disse:
"Ma…"
Alec lo guardò stupito e lo stregone aggiunse:
"Non mi sono dimenticato di te! Devo aver protetto i nostri ricordi, probabilmente l’ho fatto quando mi resi conto che stavano svanendo, devo averli messi da qualche parte per proteggerli. Devo aver fatto in modo che… quando i nostri anelli si fossero toccati nuovamente apparisse questa magia che me lo ricordasse."
"Quindi potrai recuperare il nostro passato?" rispose Alec speranzoso, anche se sarebbe stato al suo fianco, comunque, ma sapeva che per Magnus, come lo era stato per lui, con i ricordi e sentendosi di nuovo sé stesso, sarebbe stato tutto più semplice.
"Direi di sì, devo solo capire dove posso averli messi. Nell'anello no, perché essendo a contatto con la mia pelle non li avrei davvero conservati perché sarebbero rimasti a contatto con me. Alec c'è qualcosa che potevo avere con me che mi ricordasse noi?"
Alec tirò fuori l'Omamori che Catarina aveva congiurato prima di andare a Edom e gli disse:
"Tenevi sempre con te un Omamori come questo che ti regalai."
Magnus andò nella sua tasca e tirò fuori l'Omamori che ormai era consumato ed il rosso era praticamente svanito, mostrava il nero della fodera interna.
Ma era lui. Magnus l'appoggiò sulla sua mano e poi prese quella di Alec e la appoggiò sopra, inviò una magia e chiuse gli occhi. Sapeva che tutti i suoi ricordi sarebbero arrivati nella sua mente.
La prima volta che lo vide, quando gli passò davanti per recuperare quella freccia, poi durante tentativo di recuperare i ricordi di Clary, il suo sguardo terrorizzato quando apparve Jace. Lui che entrava in una sala addobbata e fermava il matrimonio di Alec. Il loro primo bacio e poi gli appuntamenti, le volte che avevano combattuto fianco a fianco e infine quando si erano promessi ed era andato a Edom.
Alec lo osservava e quando Magnus riaprì gli occhi, solo dal modo in cui lo guardava, si rese conto che adesso ricordava tutto.
* * *
Magnus non disse niente lo sapeva che aveva capito. Fece solo un cenno d'assenso alla domanda inespressa del suo Shadowhunter avvicinando il suo volto e le loro labbra si incontrarono, di nuovo, finalmente.
Il bacio fu un lento dolce ritrovarsi, diversi ma in fondo sempre gli stessi.
Si staccarono e riprendendo fiato ma sempre vicinissimi.
"Mi sei mancato," gli disse lo stregone accarezzando il suo volto ed Alec, scese di nuovo sulle sue labbra possessivamente per poi socchiuderle alla pressione di Magnus. E fu come sempre fra di loro, la passione cresceva mentre il bacio diventava da profondo e indecente, mentre si alzavano scoordinati senza staccarsi mai. Alec scalzò la camicia dai pantaloni accarezzandogli la schiena, mentre Magnus si spostava dalle sue labbra al suo collo. Alec lasciò che i suoi gemiti di piacere uscissero dalle sue labbra.
Magnus con le sue mani accarezzava il suo petto sfiorando i suoi capezzoli. Alec avvicinò i loro bacini per sentirlo e farsi sentire. Magnus dovette staccare le sue labbra per gemere.
Si spostarono sempre accarezzandosi, baciandosi e raggiunsero il divano. Si svestivano, a volte magicamente a volte sfilandoseli, finché furono nudi uno di fronte all'altro. Alec si sdraiò e Magnus sempre baciandolo scese sopra di lui.
Alec gli accarezzò il suo volto dicendogli:
"Ti amo, credo di averti amato anche quando non mi ricordavo di te. Ho bisogno di te."
"Sono qui. Se…"
"Si, ti voglio e ti vorrò sempre."
"Ma …"
Alec lo zitti, dicendo "per te erano passati millenni e non avevi ricordi di noi, per proteggerli per recuperarli quando ci saremmo ritrovati, non c'è assolutamente niente per cui debba perdonarti. Amami."
Provavano lo stesso sentimento, erano nati per stare insieme e Magnus vide nel suo sguardo non il perdono, ma comprensione, semplicemente perché, anche se Magnus si sentiva in colpa per aver ceduto al suo lato demoniaco, per Alec non c'era niente di cui si dovesse scusare. Il suo Alexander era sempre stata la sua roccia, a volte si meravigliava di quanto amore provava per lui, lo desiderava, si desideravano e lo avrebbe fatto suo. Andò sulle sue labbra per un bacio lungo e peccaminoso, poi passò al suo collo ad un capezzolo mentre con le dita accarezzava l'altro. Alec gemeva mentre gli accarezzava i suoi capelli sapendo dove sarebbero andate le sue labbra e le sue dita.
Magnus non lo deluse e prendendolo fra le due labbra, mentre con le dita magicamente unte lo apriva. Alec gemeva e apriva le sue gambe, finché sussurrò come senza fiato:
"Ti prego…"
Magnus tornò sulle sue labbra posizionandosi ed iniziò ad entrare in lui. Occhi negli occhi, Entrambi lucidi. Ancora increduli che si erano ritrovati nudi ed innamorati.
Magnus lentamente lo fece suo, finché non fu completamente in lui. Alec gemette e chiuse gli occhi e due lacrime scesero sul suo volto.
Magnus scese a baciare le sue labbra e poi iniziò a muoversi in lui. Alec gemeva a ritmo delle sue spinte, andandogli incontro.
Prese le sue ginocchia tirandosele indietro per aprirsi ancora di più. Sentirlo ancora più profondamente. Iniziò poi a roteare il bacino per aumentare il piacere che gli dava ogni volta che lo si spingeva in lui. Alec aprì gli occhi e abbassò lo sguardo vedendolo come si spingeva in lui con forza. Vederlo era così peccaminoso, sexy che venne improvvisamente e con forza inarcando la schiena con un gemito osceno. Lo stregone venne in lui subito dopo con poche spinte mentre scendeva a baciare le sue labbra.
Si amavano così tanto.
Notes:
Magnus è diverso insicuro ma sente che Alec è il suo lui, anche se Edom e quello che ha fatto pesano sulla sua coscienza.
Chapter 15: Ritrovarsi
Summary:
E adesso Magnus deve fare i conti con Edom e con quello che era diventato all’inferno.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Alec si svegliò con la testa di Magnus sul suo busto nel loro letto. La sera precedente Magnus doveva averli spostati con un portale visto che non ricordava come fosse arrivato lì. Non era la prima volta e non sarebbe stata l'ultima che succedeva.
Lo stava osservando, i capelli scuri, gli occhi chiusi, le labbra serrate e lo teneva stretto come se avesse paura che sparisse.
Alec gli accarezzava dolcemente i capelli per fargli sentire che era lì con lui.
Quando si svegliò i suoi occhi erano senza glamour e spaventati. Alec gli accarezzò il volto dicendogli:
"Tutto bene?'"
"No, il tempo trascorso a Edom sarà difficile da dimenticare… quello che ho detto, ho fatto, come ti ho trattato, come ho usato e mi sono fatto usare."
Magnus cercò di allontanarsi, ma Alec lo strinse a sé.
"Non ti merito…" gli sussurrò Magnus.
"Si che mi meriti, ti amo e anche tu mi ami."
"Non hai idea…"
"Devi perdonarti."
"Non so come fare,"
"Troveremo il modo insieme." Alec spostandosi per guardarlo meglio negli occhi fece una smorfia.
"Tutto bene? Sono stato troppo…?"
"No, sto bene e ieri sera è stato perfetto, sei stato perfetto. Sono leggermente indolenzito in una specifica parte… ma mi è mancato sentirmi così. "
"Potrei magicamente farti passare tutto…"
Alec arrossi mentre diceva:
"No, mi piace sentirmi così, mi fa sentire che sono tuo."
"Sei così perfetto, un angelo, un perfetto, peccaminoso angelo per me."
"A cui sei mancato che …"
"Mi vorresti?" disse insicuro completando la frase di Alec.
"Certo che sì, mi sembra di avertelo dimostrato ieri sera, ti vorrò sempre."
"E vorresti amarmi, adesso?"
Alec sapeva che il suo stregone adesso non si sentiva degno di lui, ma lo avrebbe amato finché tutti i ricordi di Edom sarebbero diventati insignificanti di fronte a quello che li univa.
Erano ancora nudi dalla sera precedente e Alec andò alle sue labbra per baciarlo dolcemente, lentamente, lo stregone rispose alle sue attenzioni accarezzando la sua schiena, il suo collo, le sue spalle, mentre Alec si metteva sopra di lui.
Lo stregone gli fece posto fra le sue gambe, mentre il desiderio cresceva e continuavano ad accarezzarsi e baciarsi.
Magnus si sentiva finalmente al sicuro fra le sue braccia, il modo in cui lo stava guardando, il sorriso tenero prima di scendere sulle sue labbra. Le sue mani grandi che su di lui lo facevano tremare, non c'era posto per nient'altro se non Alec. Poi le sue labbra sulle sue per un dolce bacio, che divenne subito profondo, indecente. Magicamente unse le sue dita e gli fece posto. Alec raggiunse la sua apertura preparandolo, mentre baciava il suo collo, il suo busto per poi andare giù e farlo gemere mentre lo prendeva fra le sue labbra.
Poi si posizionò e, mentre lo guardava negli occhi lo fece suo, il modo in cui lo stava guardando, non era il taglio o il colore erano i sentimenti che quello sguardo portava con sé.
Poi iniziò a spingersi deciso in lui ed il piacere oscurò ogni pensiero. Ad ogni spinta il piacere si irradiava per tutto il suo corpo, il profumo della sua pelle gli faceva perdere il senno, si lasciò andare completamente al piacere che il suo Alexander gli stava dando, una spinta più profonda e mentre Alec veniva in lui Magnus lo faceva fra di loro.
Lo Shadowhunter ancora con il fiatone appoggiò la testa sul suo busto, uscendo dal suo corpo e lo stregone con una magia ripulì entrambi.
Alec alzò il volto e guardandolo negli occhi gli disse:
"C'è sempre un momento, subito prima che la passione prenda il sopravvento, in cui per un attimo ci guardiamo e non ci servono parole per capire che cosa ci unisce."
"E quando la posizione non lo consente, possono essere le mani unite o un bacio sulla schiena o altro."
"Esattamente! Hai mai condiviso questo con qualcuno quando eri in Edom?"
Lo stregone ci pensò un attimo e poi disse:
"No."
"Ecco perché non ho niente da perdonarti, perché tu non hai mai amato nessun altro. Sei sempre stato fedele al nostro sentimento anche quando non sapevi più chi fossi."
"Questo è decisamente un buon argomento, ma mi ci vorrà tempo per superare …Edom."
"E io sarò al tuo fianco per ricordarti quanto sei unico."
"Grazie."
Magnus andò a baciare le sue labbra, quando il telefonino di Alec squillò, Magnus magicamente glielo porse. Era Jade.
"Jade, sto bene anzi benissimo, scusami se non ti ho avvisato prima… adesso vengo lì in negozio così ve lo presento."
"Chi sarebbe questa Jade?"
"Beh! Ti ho detto che uno stregone mi tolse tutti i ricordi. Quello che non ti ho ancora raccontato, è che mi portò a Denver, dove Teo, il marito di Jade, mi trovò e da allora ho vissuto con loro come mondano."
"Ma come hai fatto senza documenti?"
"Li avevo, mi registrarono come fossi il loro figlio, ne avevano uno che morì per una malattia rara quando era piccolo, sono un poliziotto e stavo studiando da detective, quando degli indizi mi hanno portato a New York."
"Fammi capire! Praticamente ho raddoppiato i suoceri?"
"Si… e vorrebbero conoscerti"
"Allora non facciamoli aspettare. Ma dove sono?"
"Sono ospiti da mia madre, poi dovremmo trovare una soluzione per loro sia lavorativa che abitativa, non posso pensare di perderli."
"Non ti preoccupare non li perderai."
In pochi minuti erano arrivati con un portale vicini al negozio di Maryse e, dato che non avevano fatto colazione, quando passarono vicino ad un bar congiurò due caffè e due brioche e quando Alec lo guardò sospettoso Magnus gli disse:
"Ho lasciato anche la mancia,"
Era di nuovo il suo Magnus.
Poco dopo entrarono nel negozio, Maryse stava controllando un registro quando alzò gli occhi e Magnus le disse:
"Tranquilla adesso ricordo tutto."
"Ma come?"
"Avevo messo al sicuro i miei ricordi della relazione con Alec e adesso li ho recuperati."
"Andate pure su, Jade e Teo ci tenevano tanto a conoscerti."
Salite le scale li trovarono seduti nel salotto, appena li videro gli andarono incontro e Alec disse:
"Ciao Jade, Teo questo è Magnus Bane, l'uomo che amo."
Magnus dette la mano ad entrambi mentre gli diceva:
"Non so come ringraziarvi per aver protetto l'uomo che amo."
"È stato un piacere. Alec è stato un dono dal cielo," disse Jade e Teo aggiunse:
"Ma la persona che pagò lo stregone per cancellare la tua memoria è stata presa?"
"Non credo…" rispose Alec.
"Ma chi sarebbe?” Chiese Magnus.
"Josephine Starcklight la fidanzata di Raj Katri."
"Per la punizione che desti a Raj per insubordinazione?"
"Si, per quel motivo saltò il loro matrimonio e mi incolpò di tutto."
"Va denunciata al Clave!"
"Non lo abbiamo ancora fatto perché nessuno sa che sono vivo."
"Perché?"
"Beh! Il Console adesso è Leonard Goldblossom…"
"Quel Leonard Goldblossom?"
"Si."
"Uno non può distrarsi un attimo che ti ritrovi un bigotto odiatore dei Nascosti a capo del Clave."
"Già! E, dato che non sanno che sono vivo, è difficile far ammettere le mie dichiarazioni come prove per arrestare Josephine Starcklight. Inoltre, non abbiamo idea di dove potrebbe essere."
"Ma Raj potrebbe saperlo?"
"Forse, Jace mi ha detto che dopo aver finito il periodo all'Isola di Wrangle è stato assegnato all'istituto di Cornwell."
"Ma non era chiuso?"
“È stato riaperto vista la situazione tesa con i Nascosti."
"Che ne dici di fargli una sorpresa?"
"Beh credo che sia arrivato il momento di farmi resuscitare," gli rispose Alec.
"Allora andiamo," disse Magnus aprendo un portale poi girandosi verso Teo e Jade aggiunse "Mi piacerebbe passare un po’ di tempo con voi, domani sera a cena da me?"
"Ci farebbe piacere," rispose Jade.
"Allora passiamo a prendervi domani alle 19:00," disse Magnus, prima di superare il portale con Alec.
Notes:
Ho pensato che Alec mostrando a Magnus il vero amore potesse aiutare lo stregone a perdonarsi.
Chapter 16: Responsabili
Summary:
E adesso vediamo che cosa succede con Raj.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Erano davanti all'ingresso dell'istituto del Cornwall, che era in una piccola chiesa in pietra grigia.
Il posto era suggestivo, dato che era situata su una scogliera. La giornata era nuvolosa e piovigginava. Magnus fece una magia protettiva su di sé e su Alec che si voltò e gli sorrise. Poi si presero per mano e avvicinarono all'ingresso. Era incredibile come riuscissero a capirsi anche senza parlare, nonostante il tempo passato lontani.
Gli allarmi partirono e una squadra di Shadowhunter uscì per affrontarli. Il capo dell’Istituto si fece avanti ed era proprio Raj. Li riconobbe subito e, dopo un momento, disse rivolgendosi ai suoi sottoposti:
"Li conosco abbassate le armi," poi rivolgendosi ad Alec:
"Credevo fossi morto e che Magnus fosse bloccato a Edom… "
"Non ero morto, mi avevano solo tolto tutti miei ricordi, vivevo come un mondano."
"Solo per avere la certezza che sei tu, cosa ti dissi quando mi controllasti per essere sicuro che non avessi preso il grimorio di Magnus alla festa per la prima runa di Max?"
"Mi dicesti che eri quasi riuscito ad organizzare una cosa a tre."
Raj sorrise al ricordo, Alec notò che sembrava più maturo cresciuto.
"Bene allora sei proprio tu. Certo non credo che siate venuti per il paesaggio anche se devo dire che è mozzafiato. Entrate."
Superata la porta entrarono direttamente nel centro operativo che era piuttosto piccolo, con un paio di postazioni con computer verticali. Gli Shadowhunter che erano nella stanza guardarono con sospetto Magnus e Alec, ma non osarono fiatare. Alec spiegò:
"Siamo venuti a cercarti perché dobbiamo rintracciare la tua ex fidanzata."
"Non ho idea di dove sia, fra le tante è ricercata per aver quasi ucciso un Licantropo, ma sapete al Clave di perseguire questi crimini adesso interessa poco, ma perché la state cercando anche voi?"
"Fu lei a pagare uno stregone perché mi uccidesse che invece si limitò a cancellare i miei ricordi."
"Ma che cosa intendete farle?"
"La consegneremo al Clave."
"Come posso aiutarvi?"
"Ci basterebbe qualcosa di suo per rintracciarla," intervenne Magnus.
"Credo di avere nella mia stanza ancora il suo anello di fidanzamento, se volete seguirmi."
Uno Shadowhunter si fece avanti e disse:
"Ma Signor Katri, lui è uno stregone non può…"
"Non è uno stregone, è Magnus Bane, colui che ci salvò tutti chiudendo lo squarcio con Edom e, comunque, la responsabilità me la prendo io."
"Forse lo dovrei mandare all'isola di Wrangle a volte è fin troppo zelante!" Disse Raj con un mezzo sorriso.
"Onestamente ero pronto ad una discussione anche spiacevole, ma sono positivamente stupito del tuo cambiamento," disse Alec.
"Come potrai certamente immaginare io ero d’accordo con le riforme del nuovo console, poi ho visto che nella realtà hanno reso la vita più difficile a tutto il mondo nascosto e ho messo in discussione tutto quello che credevo e adesso eccomi qui. Quando mi mandasti all'Isola Wrangle ero furioso con te, ma adesso anche se sono capo solo di un piccolo Istituto, capisco la responsabilità che sentivi nel proteggere le persone che contavano su di te, credevo che ti facessi condizionare dalla tua relazione. Ma il tuo intento era proteggere tutti, non solo lui."
Mentre parlavano i tre superarono la stanza per uscire nel giardino che era interno all'Istituto. Era perfettamente curato, al centro c'era una fontana con la statua di Raziel con le mani rivolte al cielo. Il giardino era protetto da una magia che impediva che ci piovesse. Rientrarono nell'Istituto da un’altra porta finestra posta praticamente di fronte a quella da cui erano usciti. Arrivarono in un corridoio e Raj aprì la porta facendoli accomodare.
"Questa è la mia camera, l'anello dovrebbe essere nel cassetto del mio comodino," disse Raj.
La stanza era semplice con un letto massiccio in legno, una scrivania. Raj andò direttamente al suo comodino dove, dopo aver cercato un po’, tirò fuori un anello dal cassetto e glielo consegnò.
Alec lo prese dicendo:
"Te lo renderemo appena l'abbiamo individuata."
"Non c'è bisogno, fatene quello che volete."
"Grazie è stato davvero un piacere rivederti."
"Anche per me e sono felice che non vi siate persi, all'epoca ero piuttosto preso da me stesso ma bisognava essere ciechi per non capire che eravate… siete nati per stare insieme."
* * *
Erano tornati nel loft di Magnus e lo stregone si fece consegnare l'anello da Alec, provò a rintracciare Josephine Starcklight, ma quando era vicino a trovarla si sentì svenire e Alec prontamente lo prese fra le sue braccia facendolo sedere sul divano.
Alec stava inviando un messaggio di fuoco a Catarina, quando Magnus lo fermò dicendo:
"Sto bene! È solo che sono stato per troppo tempo a Edom che sosteneva una parte rilevante della mia magia, mi devo solo riadattare."
"Sicuro?"
"Si Alexander."
“È passata da un po’ l’ora di pranzo, adesso ci faccio consegnare due pizze e poi vai a letto."
"Con te, vado a letto con te."
"Sì, e dormiamo."
"Se proprio devo."
"Si devi."
Magnus si risvegliò riposato sul busto del suo uomo, alzò lo sguardo e trovò gli occhi aperti di Alec che lo stava guardando e gli chiese:
"Meglio?"
"Decisamente, ne avevo bisogno. Ma tu hai dormito?"
"No, non avevo sonno."
"E sei rimasto qui a guardare il soffitto?"
"No, guardavo te.”
Magnus alzò il busto per avvicinare il suo volto a quello del suo uomo per un bacio dolce e poi gli disse:
"Ti amo come non ho mai amato nessuno prima."
"Anch'io. Ma adesso dobbiamo alzarci, hai invitato Teo e Jade per cena e dato che stasera non potrai usare la magia…"
"Ma adesso sto…"
"No, faremo tutto senza magia, devi prenderti cura di te stesso, poi ho già organizzato tutto."
"Ho prenotato un Taxi che lì andrà a prendere alle 19:00 e lì ho avvisati. Ho ordinato la cena che arriverà più o meno alla stessa ora. Dobbiamo solo apparecchiare."
"Gli ultimi anni da mondano ti hanno insegnato tanto."
"Si, i mondani sono ingegnosi."
Teo e Jade si erano presentati con una bottiglia di vino e con i vestiti più belli che avevano in valigia, Alec sapeva che volevano far buona impressione su Magnus.
Si accomodarono al tavolo e iniziarono a cenare, fu Jade a rompere il ghiaccio rivolgendosi a Magnus:
"Ma come vi siete conosciuti voi due? Alec ci ha raccontato di voi quando ha recuperato la memoria, ma non questo."
"Alec, Jace Izzy e Clary mi cercavano per un'indagine, lo notai subito, alto, moro con due occhi stupendi."
"Sono marroni, niente di che!"
"Non sono solo marroni, sono nocciola e poi non è solo un fattore esteriore, il fatto è che i tuoi occhi dicono molto di più di te di quello che spieghi parlando."
"Si è vero, specialmente all'inizio quando arrivò a casa nostra, non ricordando chi fosse era destabilizzato e non sapeva come approcciarsi, ma bastava guardalo negli occhi per capire,” osservo Jade.
"Comunque lo notai subito, aveva il piglio del leader e quando si trattava di lavoro era deciso tagliente, sguardo fiero, ma quando in ballo c'erano i sentimenti diventava silenzioso, abbassava lo sguardo. Un affascinante contrasto."
"Ma come capisti che gli piacevi?" osservò Teo.
"Beh! La prima volta che mi vide quando ci presentammo, quasi non riusciva a spiccicare parola," disse lo stregone.
"Magnus si voltò e mi trovai di fronte l'uomo più bello che avessi visto, non mi ricordavo neppure il mio nome. Mi imbarazzo anche adesso anche solo a pensarci," intervenne Alec.
"Fu un colpo di fulmine," osservò Teo.
"Non esattamente, Alec sapeva cosa voleva, non lo ha mai nascosto a sé stesso, pensava solo che per far carriera avrebbe dovuto sposare una Shadowhunter, ovviamente donna ed era pronto a farlo."
"Tutti ci hanno raccontato del bacio che vi siede dati al matrimonio di Alec con…" chiese Jade.
"Lydia…" rispose Alec.
"Ma com'è stato possibile?"
"Credevo di fare la cosa giusta e Lydia è una buona amica, all'epoca non avevo modo di capire a cosa stessi rinunciando."
"Perché ovviamente non lo conoscevi ancora bene?" Osservò Teo.
"Non solo, non sapevo che cosa significasse amare, non avevo mai avuto una relazione. Magnus è il mio primo in… tutto. Fu tenace, non si arrese, anche se mi conosceva da poco. Quando lo vidi lì in mezzo alla navata… era bello, non disse una parola, ma solo a guardarlo mi mancava il fiato. Avevo paura, ma non potevo rinunciare ad un sentimento tanto grande. Quasi nessuno era al corrente di me, solo Izzy e Jace lo sapevano, ma solo perché lo avevano capito da soli. Non volevo più soffocare quello che sentivo e desideravo. Fu una liberazione andare da lui e baciarlo."
"Lo conoscevo poco, ma ero deciso ad agire seguendo i miei ed anche i suoi sentimenti, quando mi venne incontro per un attimo pensai che mi poteva piantare un pugno in faccia, ma no, non lo fece e, dopo tante tribolazioni, siamo ancora qui."
Alec si voltò a guardarlo mentre stringeva la sua mano nella sua.
* * *
La mattina dopo Alec si svegliò da solo nel letto, si alzò preoccupato, si mise velocemente i pantaloni del pigiama e andò in salotto. Magnus aveva gli occhi chiusi e le mani unite ed Alec capì subito che stava localizzando Josephine Starcklight.
Magnus l'aveva appena trovata, la vide era in un appartamento seduta a leggere, allargò la vista uscendo dalla finestra dell'appartamento e vide il civico 55 e poi la via Hua Guan, poi allargò ancora e vide la ruota panoramica di Singapore.
Aprì gli occhi e disse:
"E a Singapore in via Hua Guan, 55."
Notes:
MI è piaciuto scrivere di un Raj cresciuto migliorato, come mi sono divertita a scrivere della cena fra Magnus e i suoceri mondani.
Chapter 17: All'Istituto di New York
Summary:
Direi che chi ha tramato contro Alec debba iniziare a pagare.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Appena Magnus gli comunicò dove fosse Josephine Starcklight, Alec avvisò con un messaggio di fuoco Jace di quello che avevano scoperto. Non dovettero attendere molto, il tempo di far colazione e Jace, Clary e Izzy bussarono alla porta del loft.
Magnus aprì con un movimento della mano e li raggiunsero in salotto, Jace disse:
"Buongiorno, Raj allora per una volta è stato utile, con cosa l'avete rintracciata?"
"Si! Ci ha dato l'anello di fidanzamento che le aveva dato," rispose Alec e Magnus aggiunse:
"E' molto cambiato, è decisamente cresciuto e maturato."
"Bene, dove sarebbe nascosta Josephine?" domandò Izzy.
"E’ a Singapore in via Hua Guan, 55," rispose Magnus.
"Controllo la zona attraverso i satelliti mondani e vedo se ci fossero dei pericoli," disse Jace mentre prendeva il suo telefonino, Izzy gli si avvicinò ed insieme analizzarono la situazione e, dopo alcuni minuti, disse:
"E' un semplice quartiere mondano, la casa ha certamente degli allarmi mondani, ci sono dei sensori e telecamere, potrebbero essercene anche magici."
"Probabile, ma a quelli ci penserei io," rispose Magnus.
"Il satellite ha appena mostrato Josephine che è rientrata in casa," disse Izzy.
"Allora andiamo!" disse Alec.
Magnus, quindi, aprì un portale nei pressi della villetta. Lì era sera e da una finestra si poteva vedere Josephine in cucina.
Dato che erano tutti invisibili ai mondani potevano controllare tranquillamente la zona mentre Magnus ispezionava il tipo di magia che proteggeva la villetta, Izzy e Clary erano andate al quadro elettrico per staccare la corrente. Appena Magnus vide che le luci erano state spente, con un incantesimo, disattivò la protezione magica, Jace e Alec perfettamente coordinati entrarono, uno dalla porta principale, uno da quella sul retro, seguiti da Clary, Izzy e Magnus.
Josephine Starcklight era ancora in cucina e stava scappando dalla porta sul retro, aveva una spada in mano, ma era rimasta impietrita alla vista di Alec e aveva detto:
"Ma… non è possibile! Tu sei morto, sono venuta al tuo funerale…"
Jace, nel frattempo, era entrato e l'aveva ammanettata, mentre Alec gli diceva:
"Mi dispiace per te, ma Nicol mi aveva solo cancellato la memoria e adesso portiamola all'istituto di New York."
Magnus aprì un portale appena fuori dell'istituto, Jace e Alec entrarono con Josephine Starcklight fra di loro, seguiti da Izzy Clary e Magnus.
Appena lo stregone superò la porta gli allarmi partirono e Alec che era arrivato nel centro operativo disse in mezzo a facce stupite e incredule:
"Spegnete l'allarme è il mio fidanzato Magnus Bane, per chi non lo sapesse se siete vivi lo dovete a lui."
Andrew Underhill che non poteva credere ai suoi occhi, spense l'allarme generale, mentre entrava il capo dell'Istituto, James Aldertree che era il fratello minore di Victor dicendo:
"Che cosa sta succedendo qui?"
"Sono Alexander Lightwood e consegno al Clave la ricercata Josephine Starcklight."
Il capo dell'Istituto rimase un attimo senza parole, poi disse:
"Prendete in consegna la ricercata e avvisate Alicante che è stata arrestata… Sono lieto che sia vivo, ma dato che nel cimitero c'è una tomba con il tuo nome forse è meglio che mi seguiate nel mio ufficio così parliamo."
Alec appena consegnata alle guardie la ricercata, andò da Magnus e lo prese per mano seguendo il capo dell'istituto.
* * *
Appena arrivati nell’ufficio, Aldertree si sedette dietro la sua scrivania, Alec e Magnus nelle sedie davanti a lui e Jace, Izzy e Clary rimasero in piedi dietro di loro.
A quel punto Alec cominciò a raccontare:
"Negli ultimi cinque anni, quando voi mi credevate morto, io ho vissuto a Denver derunizzato, senza memoria del mio passato come fossi un mondano."
"Ma non è possibile! Per derunizzare una persona serve una sentenza e c'è una procedura che coinvolge i fratelli silenti! Per non dire che la runa parabatai non è derunizzabile."
"Le assicuro che dopo avermi cancellato i ricordi un Fratello Silente, che adesso so che si chiamava Benjamin lo ha fatto."
"Benjamin? Ma non è quello che si è suicidato?"
"Esattamente, non vidi cosa mi fece, inoltre dato che lo stregone Nicol Fres mi aveva già cancellato la memoria non potevo capire niente di quello che mi stava succedendo. Comunque, il Fratello Silente mi cancellò la runa parabatai e per il dolore persi i sensi. Quando mi risvegliai mi ritrovai sdraiato in un prato."
"E come è riuscito a sopravvivere nel mondo mondano?"
"Grazie a una coppia di mondani che mi ha accolto nella loro casa, sapevo che c'era qualcosa di strano, diverso in me. Non mi ero mai rassegnato a non sapere chi fossi e con il tempo, gli indizi che avevo trovato, cominciarono ad avere un senso e mi hanno portato qui a New York, dove pochi giorni fa ho ritrovato la mia famiglia e poi, come può vedere, i miei ricordi e infine ho riportato a casa Magnus da Edom."
"E lo squarcio?" Chiese Aldertree preoccupato.
"E al sicuro controllato dalla strega che mi ha sostituito," spiegò Magnus.
"Ma ci possiamo fidare?"
"E’ Tara, quella che cercò rifugio a Edom per suo padre Azazel," Intervenne Jace.
"Dato che è anche nel suo stesso interesse che Azazel non la raggiunga, direi che dovremmo essere al sicuro, ma dovrò avvisare il Clave."
"Va bene," rispose Alec.
"Poi c'è un altro problema. Il Clave ha passato una legge che vieta le relazioni Nephilim e Nascosti quindi…"
"Ne sono perfettamente conoscenza, mi vorrebbero vietare di stare con il mio promesso?"
"La legge la obbliga a scegliere fra Magnus ed essere uno Shadowhunter."
Alec si voltò verso Izzy e le chiese:
"Immagino che ti sia occupata di questa faccenda?"
"Certo che sì, è stata disposta una riunione del Clave, richiesta da Jia ed inizierà fra un paio d'ore alla Guardia.
"Perfetto Izzy!"
"Signor Aldertree, dato che vorrei essere io a comunicare che sono vivo e tutto quello che mi è successo al Clave, le chiedo solo di rimandare il suo rapporto dopo questa riunione."
"In verità io non sono tenuto a riferire niente, tecnicamente dato che è vivo e lei il capo di questo Istituto, quindi, è perfettamente legale che le lasci il suo posto e tutte le incombenze burocratiche."
"Bene, grazie della collaborazione Signor Aldertree."
"Di nulla e le faccio il mio in bocca al lupo, ne avrà bisogno con questo Console."
Notes:
E adesso tutti sanno che Malec sono tornati.
Chapter 18: Giustizia
Summary:
E adesso andiamo ad Alicante e vediamo cosa succederà dato che Alec per la legge non può essere uno Shadowhunter se vuol rimanere con Magnus.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Quando entrarono nella sala, la notizia che Alec era vivo e che Magnus era di nuovo al suo fianco, era già arrivata, ma i presenti nel vederli erano comunque allibiti.
Si erano vestiti accuratamente, Alec aveva con un completo scuro con cravatta anch’essa scura, Magnus, invece seguendo il consiglio del suo fidanzato era rimasto fedele a sé stesso e aveva indossato un completo che dava sull’amaranto con dei motivi floreali ricamati. La camicia era semitrasparente e aveva diverse collane, ma aveva un unico anello, quello che gli aveva messo Alec prima che andasse a Edom.
Il Console Leonard Goldblossom venne loro incontro dicendo:
"Alexander Lightwood, sono davvero felice che stia bene, ma adesso abbiamo una riunione richiesta dalla Ex console Jia Penhallow e appena finito la riceverò.”
"Se controlla la richiesta, che è stata approvata, è prevista la mia presenza, quella di Jace, di Izzy di Clary e anche del mio futuro marito Magnus Bane," e mentre lo diceva poggiò la mano sulla vita del suo fidanzato avvicinandolo a sé, rendendo impossibile al Console di fingere ancora di non averlo visto.
"Evidentemente mancavano alcuni allegati alla copia che mi avevano consegnato. Signor Bane, so che ha lasciato lo squarcio nelle mani di una giovane strega, possiamo star tranquilli, vero? È una persona affidabile?"
"Non metterei mai in pericolo le persone che amo."
"Bene, adesso devo tornare al mio posto."
Appena fu abbastanza lontano, Alec sussurrò a Magnus:
"Che razza di cafone, ma adesso glielo facciamo vedere noi."
* * *
Si erano appena seduti accanto a Jia, quando Izzy gli fece notare che nella sezione ospiti erano presenti Max e Robert.
Il Console, che adesso era seduto sulla sua poltrona al centro dell'emisfero accanto ai rappresentati del Clave, appena vide che erano tutti seduti iniziò:
"Do la parola alla nostra ex console Jia Penhallow che ha richiesto questa riunione."
"Grazie Console, avrà saputo del suicidio del rappresentante del Clave Rafael Darkstar."
"Sì e ne sono sconvolto, ma se avesse voluto tracciare un ricordo di Darkstar non serviva una riunione ufficiale."
"Infatti, non è per questo. È che mi ha fatto consegnare una dichiarazione autografa, che gli esperti hanno dichiarato essere autentica, di Rafael Darkstar."
Il Console sembrò a disagio dopo questa dichiarazione e Jia continuò:
"Adesso leggo la dichiarazione che mi ha fatto consegnare 'Ho appena saputo che Alexander Lightwood è vivo e che Magnus Bane è tornato da Edom, ma soprattutto, che hanno arrestato Josephine Starcklight e so che lei parlerà pur di salvarsi la pelle. Quindi preferisco farlo io. Sei anni fa io insieme al Console Leonard Goldblossom, quando sapemmo che Magnus Bane era bloccato a Edom e che, come suo successore, l'allora Console Jia Penhallow, voleva proporre proprio Alexander Lightwood, pensammo che la sua morte sarebbe stata un motivo abbastanza forte per riportare la giusta separazione fra Nephilim a Nascosti. Quindi contattai Josephine Starcklight, che sapevo avere del risentimento personale verso Alexander Lightwood e la pagammo perché lo facesse uccidere. Quando pensavamo di aver raggiunto l'obbiettivo, riuscimmo, ricattando o pagando, a mettere in minoranza Jia Penhallow e nominare Leonard Console. In questo modo riuscimmo a portare le riforme di cui il mondo Nascosto aveva bisogno.' Sotto c'è un elenco delle persone che furono ricattate e il motivo o che furono corrotte. Lista che è già stata consegnata all'inquisitrice per le dovute indagini. Vista questa lettera, chiedo al Clave la sospensione fino alla fine delle indagini di Leonard Goldblossom.”
Il Console si alzò e disse:
“È oltraggioso che mi si accusi di una cosa del genere sicuramente è un complotto di Jia Penhallow."
Il più anziano rappresentante del Clave Michael Bridgestock si alzò e disse:
"Console questa è una lettera scritta da un suo caro amico che poi si è suicidato, lo sa che io condivido le sue politiche, ma queste accuse sono troppo serie per essere dismesse senza un'accurata indagine, quindi io voto a favore della sospensione."
A quella mano ne seguirono molte altre e, vedendosi sconfitto, il console uscì, Michael Bridgestock riprese la parola e, rivolgendosi ad Alec, disse:
"Signor Lightwood sono lieto che sia vivo e che sia tornato fra di noi. Ma la legge che non permette relazioni fra Shadowhunter e Nascosti è in vigore, come le ragioni della sua esistenza."
"Le sarei grato se me le spiegasse," disse Alec.
"È stata fatta perché c'erano continui scontri e morti da entrambe le parti, la situazione è degenerata e abbiamo dovuto per la sicurezza di tutti mettere questi divieti, generalmente la decisione deve essere immediata ma nel suo caso le darò qualche giorno per decidere fra la sue relazione e la fedeltà al Clave."
Alec senza lasciare la mano di Magnus disse:
"Ma che generosità, ho qualche giorno per decidere! Mi faccia capire a chi giova questa separazione?"
"A tutti, gli incidenti sono praticamente pari a zero adesso, so che del Signor Bane ci possiamo fidare, visto quello che fece per salvare Alicante, ma la legge deve essere uguale per tutti, non è corretto fare eccezioni."
Jia si fece avanti dicendo:
"Pari a zero? Mi permetto di dissentire, dato che tali dati vengono presentati ad ogni riunione mi sono messa a fare delle ricerche personalmente e adesso invierò un rapporto a tutti i rappresentati del Clave che confuta tali dati."
Jia, quindi, inviò, il rapporto dal tablet e i rappresentanti del Clave iniziarono a controllarli e Alec riprese la parola:
"Mi sembra che i dati presentati da Jia mostrino che le ragioni per cui venne fatta questa legge non abbiano senso."
"È semplice, noi abbiamo sangue angelico, loro no, quindi non possiamo essere messi nello stesso piano e i dati della Signora Penhallow andranno verificati," gli rispose Michael Bridgestock.
"Valentine aveva sangue angelico e il suo unico scopo era distruggere tutti Nascosti."
"Una mela marcia…"
"Una? Abbiamo arrestato per anni Shadowhunter che ancora volevano sterminare i Nascosti. Il problema non è il sangue che ci scorre nelle vene, ma la persona che sei, quello che fai."
"Bella teoria…"
"Non è una bella teoria è la verità! Se il sangue angelico ci rendesse perfetti non sbaglieremmo mai, non litigheremmo, non divorzieremmo e non ci uccideremmo fra Shadowhunters. Le conosco le statistiche e le assicuro che quelle dei Nephilim non sono affatto diverse da quelle dei mondani. Il sangue angelico ci dà il potere runico, ma non ci rende né più saggi, ne migliori dei Nascosti."
"E’ la sua rispettabile opinione, ma la legge c'è e verrà applicata."
Alec si voltò per dare un bacio veloce a Magnus prima di lasciare la sua mano per andare in mezzo alla sala per dire:
"Chiedo a questo Clave di cancellare la legge numero 696 che vieta ai Nascosti di entrare negli istituti e le relazioni fra Nephilim e Nascosti ripristinando le leggi precedenti."
"Non ha l'autorità di chiedere questo!"
"Ed invece sì, perché, oltre alla richiesta del signor Lightwood, ci sono le firme necessarie per una votazione," disse Jia inviando a tutto il Clave la documentazione.
"È tutto legale," confermò il segretario.
"Dato che la documentazione è corretta, chiedo quindi, per alzata di mano, chi intende accettare la proposta del Signor Lightwood per cancellare la legge 696," chiese Michael Bridgestock.
Le prime mani si alzarono, titubanti seguite da altre, finché fu chiaro che la legge era stata cancellata.
* * *
Alec fu subito circondato da delegati felici del fatto che era vivo e che finalmente fossero state cancellate quelle leggi assurde contro le quali avevano combattuto per anni.
Un giovane delegato gli si avvicinò e gli disse:
"Sono Francis Bridgestock e sono il nipote di Michael e la voglio ringraziare per essere riuscito a riportare il Clave nel nuovo millennio, mio zio non è una cattiva persona, ma non riesce ad accettare che il mondo è cambiato."
"Di nulla, forse dovrebbe portarlo a fare un giro nel mondo mondano e capirebbe che certi cambiamenti possono solo migliorare la vita del mondo nascosto."
"Ci proverò!"
Altri delegati gli si fecero avanti per ringraziarlo, quando Alec si rese conto che non sapeva dove fosse Magnus, si guardò intorno, era in piedi che lo guardava orgoglioso da un angolo della sala, ma il suo posto non era lì, ma al suo fianco e, scusandosi, andò da lui e dopo averlo baciato dolcemente gli disse:
"Magnus il tuo posto è al mio fianco e voglio sposarti al più presto, credo che abbiamo aspettato fin troppo."
"Lo credo anch'io."
Alec lo baciò dolcemente per poi prenderlo fra le sue braccia, sapeva che sarebbe stato per sempre.
Notes:
Ed è finita anche questa manca solo l’epilogo.
Chapter 19: Epilogo
Summary:
E vediamo che cosa succede.
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
La cerimonia l'avevano organizzata nel balcone dell’appartamento di Magnus magicamente allargato per l'occasione. Il luogo era stato deciso anche per la presenza di Teo e Jade, ma non solo, avevano invitato anche il collega di Alec della polizia di Denver, Trevor Ball, erano andati di persona ad invitarlo.
Per Alec era stato fondamentale nella sua vita da mondano e non trovava giusto il dover tagliare i ponti con lui.
Quel giorno, davanti alla porta della casa di Trevor, Alec era decisamente nervoso, non gli aveva mai detto niente del fatto che era gay e si stava semplicemente presentato con Magnus.
Trevor viveva in un piccolo terratetto alla periferia di Denver, Alec bussò e Trevor aprì subito facendoli accomodare.
"Sono davvero felice di vederti Alec e mi presenti..."
"Lui è Magnus Bane il mio promesso."
Trevor e Magnus si strinsero la mano e Trevor li invitò a sedersi al tavolino dove aveva preparato dei pasticcini.
"Lo sapevo, ho sempre aspettato il momento in cui me lo avresti detto, sono felice che tu ti sia fidato di me abbastanza da prendere un volo e presentarmelo."
"Mi sembrava giusto."
"Immagino che sia per lui che non sei più tornato."
"Si, io e Magnus ci conoscemmo quando ero in Europa ci innamorammo subito, poi venne con me a New York e vivemmo per un po’ insieme ma dei problemi ci separarono."
"Non potevo rimanere perché mi era scaduto il visto, inoltre mio padre si era ammalato e dovetti tornare per occuparmi degli affari di famiglia," spiegò Magnus.
"Di dove sei Magnus?"
"L'origine è indonesiana, ma sono Londinese."
"Quando sono andato a New York lo vidi in un negozio, non potevo credere ai miei occhi."
"Ci siamo resi conto che, nonostante il tempo passato lontani, ci amiamo ancora e Alec ha deciso di rimanere a New York perché io ho un erboristeria avviata e per lui è stato facile trovare lavoro."
"Che cosa fai adesso?"
"Sono una guardia giurata."
Era contento che Trevor fosse accanto a Teo e Jade e anche se dopo Magnus avrebbe dovuto risistemare un po’ il ricordo della cerimonia nel suo ex collega per cancellare i riferimenti al mondo nascosto. Vederlo lì lo rendeva felice.
La cerimonia fu intima, gli invitati erano nel sia nel balcone che nel salone della casa di Magnus addobbata nei colori del rosso, arancione e giallo. L'unica personalità presente era la neo-console Jia Penhallow.
Fratello Zaccaria che avrebbe officiato la cerimonia, era già pronto.
Alec andò verso l’altare al braccio di sua madre e arrivato nel balcone si voltò appena in tempo per vedere, il suo presto marito entrare al braccio di Jade.
Appena arrivato vicino ad Alec, Magnus dette un bacio sulla guancia a Jade per poi mettersi di fronte al suo uomo prendendo le sue mani.
Zaccaria iniziò:
"Siamo qui a celebrare l'unione di queste due anime destinate."
Alec inizio:
"Anche quando non avevo memoria di noi eri comunque con me, sei sempre stato con me."
"Nei millenni lontano da te, nonostante non sapessi chi fossi, cosa fossimo, non sono mai riuscito a togliere l'anello con cui ci eravamo promessi."
"Perderti fu come perdere una parte di me."
"Perderti mi fece perdere me stesso."
Zaccaria passò lo stilo ad Alec e Magnus gli porse la mano, lo Shadowhunter gli disegnò la runa matrimoniale per poi passarla al suo stregone, con un manico che lo proteggesse dal contatto con l'adamas, Alec si aprì la camicia e lo stregone disegnò la runa sul cuore del suo amore.
Magnus magicamente richiuse la camicia e contemporaneamente inviò una magia a Trevor per correggere un po’ i suoi ricordi.
Poi andò sulle labbra di Alec per un lungo e tenero bacio.
Avevano affrontato l'inaffrontabile ed erano ancora lì innamorati come il primo giorno. Erano legati oltre il tempo, oltre la memoria, da un amore infinito e adesso sapevano che non sarebbe finito mai.
Notes:
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia sperando che vi abbia fatto compagnia e mi auguro di vedervi alla prossima Malec che si intitola “Emarginati”.

karimfer17 on Chapter 19 Wed 03 Sep 2025 04:29AM UTC
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ritalaura2000 on Chapter 19 Fri 12 Sep 2025 06:28AM UTC
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SylDyl37 on Chapter 19 Sat 13 Sep 2025 09:49PM UTC
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